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Che tempo che fa, Gino Cecchettin: "Quando ho sentito Elena parlare in tv". La frase che spiega tutto

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Gino Cecchettin, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, sul Nove, nella puntata del 10 dicembre parla di Elena, sua figlia, che dopo la morte di Giulia, ha lanciato un messaggio molto forte sulla cultura patriarcale. "Adesso mi trovo senza una moglie e senza una figlia e con la possibilità di gridare, all’Italia ma non solo - il messaggio sta arrivando anche Oltralpe - che dobbiamo fare tutti qualcosa. Elena, l’altra mia figlia, ha dato un messaggio - io l’ho sempre definita scherzosamente in famiglia "l'essere superiore' - e ha centrato veramente il punto", racconta Gino.

"Quando l’ho sentita parlare di patriarcato, conoscevo la parola ma non il significato nella società moderna. E io supporterò Elena in tutte le sue battaglie, perché è una battaglia che dobbiamo fare tutti", prosegue.

 

 

 

Il femminicidio "è un problema molto serio e va affrontato nella maniera più drastica. Patriarcato significa che c’è un concetto di possesso, che è forse il cuore della faccenda. La donna vista come proprietà di qualcun altro", sottolinea Gino Cecchettin. "Utilizziamo ancora oggi espressioni come ’la mia donna', che sembrano inoffensive, ma non è così. È la tua moglie o la tua compagna, non la tua donna. Nel quotidiano dobbiamo iniziare a cambiare il modo di intraprendere una visione della società da un certo punto di vista. Sono quei retaggi culturali che arrivano dal passato e ancora oggi rimangono".

 

 

E conclude, riferendosi evidentemente a Filippo Turetta, "nella stragrande maggioranza dei casi non producono danno, ma in persone che magari sono più deboli e fragili e magari non riescono ad accettare la libertà della donna, la possibilità che essa abbia tutto il diritto di decidere della propria vita, quindi in quei casi sfocia in quella che è la violenza o ancora peggio nel femminicidio".

 

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