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Raffaele Capperi: "Ecco come la vita riesce a sorprenderci"

Annamaria Piacentini
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La Mirren è una delle attrici hollywoodiane che, forse, più di tutte le altre, ha meritato l’Oscar. In tutti questi anni sul grande schermo ha raccontato, attraverso i personaggi che ha interpretato, un intenso e totale atto d'amore. E continua a farlo anche in “Wonder White Bird”, tratto dall'autrice del best seller di R. J. Palacio. È una storia che torna indietro nel tempo, velato impalpabile, dove ogni sfumatura dipinge un mondo fatto di dolore e altruismo. Il film racconta la storia di Julian, il bullo di Wonder primo film di questa saga. Sara (Mirren) è sua nonna e vedendolo in difficoltà dopo l'espulsione dalla scuola, per aver bullizzato un compagno con serie problematiche fisiche, decide di raccontargli la dolorosa storia della sua infanzia per fargli capire che la vita può cambiare se si è capaci di vivere sentimenti autentici, e di sapersi perdonare per cambiare il corso della propria vita. In una Francia occupata dai nazisti, Sara (Ariella Glaser), che è ebrea, rischia di essere deportata, ma il suo compagno di scuola Julien (Orlando Schwerdt), nonostante sempre deriso dai compagni per una grave infermità che non gli permette neanche di giocare, fa una scelta coraggiosa e tenta di salvarla. La Mirren ha voluto fare un'anteprima in Puglia, una terra che ama e dove ha una casa: “Tricase è un luogo a cui sono molto legata, ha dichiarato -, è qui che trascorro parte dell’anno insieme a mio marito.. Sono felice di condividere con tutti i nostri amici l'emozione che regala questo film.” E le emozioni sono davvero tante. In sala sarà presente anche Raffaele Capperi Ambassador Ufficiale del film per Notorius Pictures, che ha deciso di raccontare la sua storia e le sue difficoltà dovute alla Sindrome di Treacher Collins. Una rara patologia che provoca malformazioni al viso e problemi di udito e respirazione. Anche Raffaele a scuola è stato bullizzato, respinto e temuto, ma ha affrontato tutto con grande coraggio. Mentre questa vergogna resta agli ex compagni, lui ha subito molte operazioni, ed ora è qui.  Ed è una gioia poterlo intervistare.

Raffaele,  vorrei sapere come ha vissuto un ragazzo giovane e con le difficoltà dovute alla malattia, l'ambiente scolastico?

“Non è stata  un’infanzia facile, ho passato questi anni non con la leggerezza della mia età,  ma con il peso  dei miei problemi perché allora non mi accettavo. Inoltre,  mi trovavo tra le mille difficoltà che si presentavano una dietro l'altra.. E non erano per niente  semplici da gestire”.

Per esempio?

“Durante  le  scuole elementari e fino  alle medie non ho avuto problemi  all’interno dell’istituto scolastico  perché erano sempre gli stessi compagni che già mi conoscevano sin dall’asilo...erano abituati  al mio volto. Il dramma è avvenuto alle superiori perché  non c’erano nel mio paese. Così  ho dovuto farle nella città di Cremona”.

Si preoccupava di questo cambiamento?

“Sì, ma la  mia preoccupazione non era  la scuola, ma solo le persone . Pensavo a come avrebbero  reagito dopo avermi visto con un volto diverso".

Accadde qualcosa in particolare?

“Ricordo come se fosse ieri. Scesi dal pullman come tutti gli altri e cominciai a camminare, mentre ad ogni passo  notavo che tutti mi guardavano, mi fissavano insistentemente chi per curiosità e chi per disprezzo”.

Cosa pensava in quei momenti? 

I loro sguardi mi facevano tanto male, mi facevano sentire ancora più diverso. Provate a immaginare se qualcuno di voi si dovesse trovare in mezzo ad una grande folla dove tutti ti emarginano solo con uno sguardo:  come vi sentireste dentro? Non è stato per niente bello!”

Quante scuole ha cambiato?

“Alle superiori ho cambiato 4 scuole, ero troppo concentrato sul problema di un ambiente che non capiva, puntavo più ai loro sguardi anziché a me stesso. Per colpa di questa mia malattia non sono riuscito  a fare le scelte giuste per il mio futuro”.

Ha sofferto molto?

Sì, ho  sofferto molto, non trovavo mai la  serenità. Mi sfogavo sempre chiudendomi in bagno o nella mia camera verde  rifugiando il mio dolore attraverso la musica che per me è stata come una valvola di sfogo. E tutte le volte  mi domandavo : “Perché a me? Cos’ho fatto di male per avere tutto questo?”

Ha trovato una risposta? 

Ora so che nulla accade per caso, la vita voleva che, grazie alle mie sofferenze,  diventassi una persona forte e coraggiosa che crede nei  veri valori della vita. C’è una frase che ovviamente non è mia, ma  più la leggo e  più mi rispecchia: Dio da le battaglie più difficili ai migliori soldati”.

La vita le regalerà sempre un sorriso e tutti i suoi sogni. Il tempo le darà ragione.  Quanti anni aveva quando hanno scoperto la gravità del suo problema?

“Non ricordo di preciso, sono sincero. So solo che non ne ho mai parlato con i miei di questa mia malattia e loro con me.Non mi lamentavo ecco perché non me ne hanno mai parlato, invece io ci pensavo eccome, solo che gli nascondevo tutto. So che ho sbagliato. Ho scoperto il nome di questa malattia leggendo le carte mentre il dottore scriveva, ogni volta che andavo a fare delle visite”.

E' stato difficile superare tutti gli interventi? Quanti sono stati?

"Si, anche se la mia paura non era il taglio o il lavoro che dovevano farmi, ma dell’anestesia, avevo paura di non svegliarmi più , ancora oggi ho questo terrore. Fino ad oggi ho fatto otto interventi, ma ho  intenzione di farne ancora. La cosa che mi ha fatto tanto male è quando ho scoperto di essere la  cavia di un medico che stava studiando le tecniche su di me.  Ora sono sotto cura in un altro ospedale e per fortuna sto vedendo dei risultati”.

Oggi lei è amato da tutti e ha ricevuto molti premi. Anche quello del Presidente Mattarella: si è emozionato?

“La vita riesce anche a sorprenderci, ecco perché è bella. Non bisogna mai perdere la speranza. Non  lo dimentico quel giorno, soprattutto quella telefonata. All’inizio credevo fosse uno scherzo perché  è partita da una caserma dei carabinieri. Mi hanno fatto andare anche in panico  pensavo che avessi fatto una cavolata: ma di che tipo, poi?  Subito dopo  sono seguite altre telefonate  fino ad arrivare al motivo del premio”.

Mi dica che è stato felice...

“Felice ed onorato. Il Presidente Sergio Mattarella ha voluto premiarmi per il mio impegno sociale  contro il bullismo e le discriminazioni. Una grande soddisfazione e aggiungerei anche uno schiaffo morale perché è stata la dimostrazione che nella vita non importa come si è, ma  quello che si è”.

Oggi, quanto è importante l'amicizia per lei?

“E’ una bella domanda, potrei scrivere un papiro su questo argomento. Sono una di quelle persone che crede tanto nell’amicizia, ci soffro, ma continuo a crederci. L’amicizia per me è fondamentale nella vita,  ha lo stesso sentimento importante  quasi quanto l’amore. L’amicizia  non ha regole,  ognuno è speciale e unico a modo suo, bisogna solo costruirla e viverla insieme, sempre con rispetto."

Sarà a Tricase insieme ad Helen Mirren per il film Wonder White Bird di cui è testimonial ufficiale per Notorious Pictures. E gli applausi se li merita tutti. Come simbolo della  vita che rinasce  e del coraggio di un Grande ragazzo che si è sacrificato e ha vinto. Cosa risponde?

“Sono solo incredulo di tutto ciò che la vita mi sta donando. Queste vittorie che sto ricevendo le voglio dedicare  alla mia famiglia perché loro sono i veri pilastri fondamentali nella mia vita . Se sono qui è grazie  all'amore  che mi hanno donato ogni giorno senza mai abbandonarmi. Spero che con il mio esempio possa essere  di aiuto per gli altri giovani. Nella vita non bisogna mai abbattersi perché c’è sempre qualcuno che crede in noi e che ci accetta così come siamo”.

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