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Ghali a Sanremo, "fa cadere il governo con 3 parole". La sinistra esulta

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Eccallà: arriva da Ghali la stoccata politica di questa finalissima del Festival di Sanremo. Più dei Negramaro o di Mahmood. E' il rapper milanese di origini tunisine ad assumersi la responsabilità di rappresentare "l'opposizione" all'Ariston, affidando al fidato alieno RichCiolino, allegoria dello straniero nel concept su immigrazione e integrazione nel bel brano Casa mia la condanna a Israele. 

"Come? Vuoi dire qualcosa?", è la gag del rapper al termine della sua esibizione, riuscita e acclamata dal pubblico in sala. Quindi il pupazzo animato gli si avvicina e gli sussurra qualcosa di incomprensibile all'orecchio, che Ghali traduce prontamente scandendo bene le parole: "Stop al genocidio". E sui sociale la sinistra esplode in un delirio. festante. 

 

 


"Stop al genocidio in diretta nazionale. Non Ghali che fa crollare il governo con tre parole", esulta un utente. Addirittura. E ancora:  "Ghali ha cambiato per sempre questo Festival di Sanremo e non aggiungo altro".

 

 

 

Qualcuno riporta il testo del pezzo, che sembra un riferimento esplicito alla guerra a Gaza (ma Ghali sottolinea di averlo scritto ben prima del 7 ottobre): "Ma come fate a dire che qui è tutto Per tracciare un confine  Con linee immaginarie BOMBARDATE UN OSPEDALE per un pezzo di terra o per un pezzo di pane NON C’È MAI PACE", "Se l'Italia fosse un paese con la P maiuscola farebbe vincere Ghali", "Ghali che non ha remore a metterci la faccia. Esemplare". 

 

 

 

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