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Sanremo, il messaggio politico di Mahmood: "Chi voglio ringraziare"

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Ovazione per Mahmood, che "fa venire giù" l'Ariston  con la sua Tuta Gold. Una esibizione trascinante, con tanto di ballerini e look in pelle nera molto "Guerrieri della notte".

Il rapper milanese di origini egiziane corona un Festival di Sanremo di altissimo livello, il suo terzo e forse quello con maggior padronanza e presenza scenica nonostante le due precedenti esperienze siano state coronate da altrettante vittorie (la prima con Soldi, la seconda con Brividi in coppia con Blanco). 

 

 

Iconico, talentuoso e impegnato. Se Dargen D'Amico stasera è marcato a uomo da Amadeus e si "accontenta" di baciare Mara Venier in platea, è proprio Mahmood a raccogliere il testimone e lanciare il suo messaggio "politico". "Volevo ringraziare tutte le artiste e gli artisti che questa settimana ci hanno regalato la loro visione del mondo: viva le differenze, viva la libertà di pensiero sempre e comunque". "Mi sembra giusto", commenta Amadeus visibilmente preoccupato che qualche frecciata politica possa scaldare ancora di più il clima, già agitatissimo dal caso-Geolier.

 

 

 

Anche Giuliano Sangiorgi, leader dei Negaramaro, ha voluto salutare il pubblico con uno slogan un po' pi profondo: "Viva la musica, viva la libertà, viva la pace". E Dargen? Per lui, stasera, nessuna invettiva su Gaza e il Medio Oriente. Ma attenzione, perché all'appello manca ancora Ghali.

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