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Di Martedì, Vannacci spegne Calenda: "Faccia un giro tra il pubblico, ecco l'italianità"

Roberto Tortora
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Scontro di ideologie a DiMartedì, talk politico di La7 condotto da Giovanni Floris, tra il leader di Azione, Carlo Calenda, ed il generale Roberto Vannacci, autore del libro “Il mondo al contrario” che ha generato scandalo e polemiche negli ultimi mesi in Italia. Tra i tanti temi toccati dal generale che hanno fatto discutere, Floris punta il dito sulle minoranze etniche e sul concetto di italianità, in riferimento in particolare alla pallavolista Paola Egonu. Vannacci, infatti, nel suo libro dice: "Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità”. Il conduttore di DiMartedì, allora, chiede al generale: “In base a quale concetto Paola Egonu non è rappresentativa dell’italianità? Consideri che, se lei parla dell'Italia da cent'anni a questa parte e andiamo a vedere la vostra amata Roma, c'eramo tutte le etnie possibili e immaginabili”. 

A quel punto, però, interviene prima Calenda, che aggiunge: “Ma ci sono in tutti noi, lei ad esempio (rivolgendosi a Vannacci, ndr) non è il modello esatto dell’ariano, è probabile che dentro di lei ci siano influssi arabi, longobardi, bizantini. L’Italia è stata sempre un posto in cui c’è grande complessità di etnie”. A Vannacci, quindi, tocca la replica: “L’italianità non la fotografo io Floris, faccia fare alle telecamere un giro tra il pubblico, ecco l’italianità. Ciò che ho detto nel libro è stato travisato, perché l’Italia è il Paese degli intrecci e delle mescolanze, delle etnie e questi intrecci, grazie al tempo, perché sono passati tremila anni, ci hanno conformati in quello che siamo. Oggi noi siamo questi, questa è l’italianità e tra trecento anni, probabilmente, sarà diversa, oggi il modello è questo. La civiltà rappresenta le caratteristiche peculiari di un gruppo sociale. La maggioranza degli italiani ha caratteristiche diverse da quelle della Egonu”.

 


Calenda, allora, non si trattiene più: “Ma chi se ne frega! Quando c’erano gli Svevi avranno pensato che non avevano le caratteristiche, oggi questi atleti sono italiani, lo sa perché? Perché studiano in Italia, hanno cittadinanza italiana e per la Repubblica italiana che lei ha promesso di servire sono italiani. Ogni discriminazione ad un atleta di colore che rappresenta l’Italia, che si fa un mazzo così a scuola, che viene sicuramente da una situazione svantaggiata, che lo accusa di non rappresentare l’italianità, mi scusi, ma a me Paola Egonu sembra più italianità di lei. Lei fa un libro in cui spiega continuamente che i gay devono capire che quella non è la strada e poi dice che ci dobbiamo volere tutti bene, ma dice le cose come le pensa”.

 

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