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Meloni "razzista e fascista". Molko dei Placebo rischia il processo: "vilipendio alla premier"

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"Vilipendio alla premier". Rischia il processo a Torino Brian Molko, musicista e leader della rockband britannica Placebo che la scorsa estate aveva insultato pesantemente Giorgia Meloni, dandole della "fascista e razzista".

Un attacco personale, prima ancora che politico, che Molko aveva portato l'11 luglio del 2022 dal palco del concerto a Stupinigi, nel Torinese, in una delle serate del festival Sonic Park. Ora il 51enne che aveva fondato la band in piena era britpop, vendendo da metà anni Novanta in avanti la bellezza di 12 milioni di dischi in tutto il mondo, potrebbe dover rispondere davanti ai giudici del reato di diffamazione e vilipendio delle istituzioni.

Durante l'esibizione Molko si era abbandonato a parole decisamente forti contro la leader di Fratelli d'Italia e presidente del Consiglio, chiudendo la sua raffinata riflessione con un gesto dell'ombrello. Sfortuna sua, la scena è stata ripresa dagli smartphone di molti degli spettatori presenti, finendo in tempo reale sui social e facendo il giro del web, ben oltre i confini d'Italia. Decisivo ai fini della denuncia, però, il fatto che a mettere a verbale quanto accaduto fossero state le forze dell'ordine presenti al concerto, che avevano inviato una segnalazione alla Procura.

Il clamore mediatico di quella serata aveva portato la stessa Meloni a querelare Molko. Oggi si è chiusa l'indagine, in attesa dell'esito di una rogatoria internazionale per individuare il domicilio del cantante, che risulta essere di Londra, dove notificare gli atti del procedimento. Nel 2001 Molko e i Placebo si erano già resi protagonisti di un episodio assai chiacchierato, anche se più strettamente musicale: invitati al Festival di Sanremo, avevano voluto tener fede a tutti i costi alla loro attitudine "rock" sfasciando la chitarra contro gli amplificatori dell'Ariston. Più una bravata adolescenziale fuori tempo massimo che gesto di sfida.

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