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Milan-Genoa, inizio choc per Cardinale e Pioli: lo striscione a San Siro

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Scarico, demotivato, frastornato dalle folli voci sul futuro della panchina. E pure contestato dai suoi stessi tifosi della Curva Sud. Per il Milan non è un posticipo facile, quello contro il Genoa a San Siro. 

Come annunciato, il cuore del tifo "sciopera" per contestare l'operato del club, in particolare la proprietà di RedBird del patron americano Gerry Cardinale e la dirigenza, a partire da Giorgio Furlani. "Strategia comunicativa, presenza istituzionale, acquisti mirati, coesione, ambizione, capacità. Un progetto vincente parte dalla società. Milano non si accontenta": è il messaggio della Curva Sud del Milan nei minuti iniziali della sfida contro il grifone.

 

 

 

Gli ultras rossoneri hanno annunciato lo sciopero del tifo con l'obiettivo di ottenere dal club investimenti importanti sul mercato e per la panchina rossonera. Durante la partita quindi non ci sono cori né bandiere per il Milan e a San Siro echeggia solo il tifo dei sostenitori del Genoa che riempiono il terzo anello verde. Un clima di protesta in casa rossonera in vista della prossima stagione mentre si moltiplicano le voci su possibili candidati a guidare la squadra rossonera con il derby portoghese tra Sergio Conceiçao del Porto e l'ex Roma Paulo Fonseca, con Stefano Pioli che rimanda ogni dichiarazione sul suo futuro a fine stagione.

 

 

 

Un clima di incertezza che si riflette anche sui giocatori. Partenza choc (rigore "regalato" da Tomori, con gol a freddo di Retegui dal dischetto) e molti fischi a Rafa Leao, ancora una volta apparso un po' svogliato e fuori fuoco, non certo determinatissimo. Pioli ha tentato di scaldare cuore e mente dei suoi ricordando che in ballo c'è ancora il secondo posto, con 5 punti di vantaggio sulla Juventus. Una posizione che, alla luce dello scudetto dell'Inter, non appare certo memorabile ma che assicurerebbe al Diavolo la partecipazione alla prossima Supercoppa italiana. Qualche milione in più e la possibilità di vincere un trofeo. Eventuale derby permettendo, ovviamente.

 

 


 

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