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Roby Facchinetti, "avevo fumato una canna": sul palco è finita malissimo

Roberto Tortora
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Il prossimo 1 maggio compirà ottant’anni Camillo Lorenzo Ferdinando Facchinetti, conosciuto al pubblico come Roby Facchinetti, tastierista e voce del celebre gruppo dei Pooh. E l’occasione, di quelle speciali, è quella per un’intervista con il Corriere della Sera. La rivelazione più importante è l’avversione nei confronti di droghe e alcool, particolare inedito se si pensa alla vita sregolata delle superstar. Merito delle radici umili bergamasche? Facchinetti conferma: “Molto, pensi che io non fumo nemmeno le sigarette. Una volta però a New York ci regalarono un pacchetto di sigarette alla marijuana. Io e Dodi decidemmo di provare, sicuri che ci avrebbe fatto suonare da dio. Poi però salimmo sul palco e mentre gli altri intonavano il primo brano, io e Battaglia passammo subito al finale. Eravamo fattissimi! Inutile dire che quella per me fu la prima e ultima volta”. Stessa cosa dicasi per l’alcool: “Una volta eravamo a Maui, alle Hawaii e io avevo passato una notte insonne per comporre ‘La mia donna’. Ero così euforico che la sera dopo, al ristorante, mi feci tre cocktail Mai Tai a stomaco vuoto. Tutto cominciò ad apparirmi doppio, vedevo due Canzian, pensi lei. Anche qui, prima e ultima sbornia della mia vita, oggi colleziono vini pregiati e ho una cantina con 2.500 bottiglie, soprattutto rossi”.

Poi, il ricordo degli esordi: “Eravamo nella seconda metà degli anni ’60, le band musicali avevano tante spese, per esempio l’acquisto degli strumenti, la manutenzione. Io e Riccardo (Fogli, ndr ) tante volte ci siamo divisi un panino. Io e lui, poi, non eravamo di Bologna come gli altri, vuoi mettere anche le trasferte?”. I Pooh come una famiglia: “Posso dire di aver trascorso più tempo con loro che con le mie mogli e con i miei figli. Abbiamo imposto un canone, abbiamo inventato un nuovo modo di fare musica”. Tra i loro fan più accaniti, addirittura c’è Paul McCartney, ma Facchinetti non si scompone: “Abbiamo venduto oltre ottanta milioni di dischi nel mondo, faccia lei”. 

 

 

Nella storia dei Pooh c’è sicuramente anche la figura di Patty Pravo che nel 1972 cominciò una relazione con Riccardo Fogli. Si sposarono l’anno seguente in Scozia, con un rito non valido in Italia perché entrambi erano già sposati: la Pravo con Baldieri e Fogli con Viola Valentino. E la leggenda vuole che Fogli abbandonò il gruppo a causa sua. Facchinetti la racconta: “Sia messo agli atti: io penso che Patty Pravo sia stata una delle pochissime italiane davvero ‘dive’. Mi ricordo bene quando lei stava con Riccardo e capitava di incrociarla in qualche città: pellicce, Rolls con vetri oscurati, camere d’albergo blindate. Una volta sotto al nostro hotel vedemmo una folla di trecento persone ed erano tutte lì per lei”. Un aneddoto calcistico sulla sua Atalanta, di cui è tifoso: “Quando a Bergamo arrivò Pippo Inzaghi, gli dissi di venire a casa mia per un servizio sui tifosi famosi. Pippo arrivò e entrò dalla taverna, dove c’era mia moglie Giovanna che aspettava l’elettricista. Non lo riconobbe e così lo accolse con un ‘Ah, meno male è arrivato, allora il quadro elettrico è lì, veda che cosa riesce a fare’”.

Infine, le contestazioni degli anni ’70 e quella volta che i Pooh si presero anche dei pomodori sul palco: “Ricordo una molotov che sfiorò il palco dove stavamo suonando, al teatro di Salerno. E naturalmente la follia della serata al Vigorelli di Milano il 5 luglio 1971, quando il Cantagiro ospitò i Led Zeppelin. Noi portavamo ‘Tanta voglia di lei’, ma la gente non voleva sentire le melodie italiane, voleva solo Robert Plant e compagni. Quanti pomodori prendemmo quella sera noi, Gianni Morandi, Lucio Dalla, i Ricchi e Poveri...”.

 

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