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Ivana Spagna si confessa: "Un brano allegro dopo gli anni bui"

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Alessandra Menzani
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Ivana Spagna, 69 anni, icona della musica italiana da Easy Lady a Gente come noi e gli svariati Sanremo come Big e ospite, si racconta senza maschere a Libero a partire dal ritorno sulla scena con un pezzo che si candida tra i tormentoni estivi. Sarà Bellissimo è un brano da ieri nelle radio, allegro e fresco, che canta con Legno (etichetta discografica Apollo Records, distribuzione Ada Music Italy).

Che Ivana Spagna è questa rispetto a quella del passato?
«Un’Ivana che vuole essere più spensierata. Con quello che succede nel mondo, ci vuole. Me l’hanno proposta e appena l’ho sentita ho provato un’ ondata di ottimismo. Fa stare bene, almeno a me!».

 

 

 

È una canzone che secondo lei avrebbe potuto partecipare a uno degli ultimi cinque Sanremo di Amadeus?
«Sì. Perché è un pezzo solare che fa voglia di cantare. Non è impegnativo, è spontaneo. Comunque spero che venga apprezzato al di fuori di Sanremo anche perché lì, con tante canzoni che ci sono in gara, molte non vengono recepite bene. Spesso io scopro i testi di Sanremo dopo uno o due anni, con calma, dopo lo tsunami mediatico».

Nell’ultimo Sanremo ha cantato come ospite con Clara. Come è stato?
«È stata la prima volta che ho vissuto bene il Festival, senza patemi e ansie. In tre minuti devi dare il massimo. Stavolta ero tranquilla e la voce è andata dove doveva andare. Mi sentivo volare e mi sono divertita».

Si è divertita anche pochi giorni fa al Teatro Manzoni di Milano durante l’evento per la campagna elettorale di Letizia Moratti. L’ha fatta ballare cantando The Best.
«Fortissima, che donna, che energia e simpatia. Sono diventata una sua fan. Non ho mai conosciuto una persona che faccia così bene al prossimo. Ha istruito 40 mila imprenditori per andare in Africa e aiutare le popolazioni a camminare con le proprie gambe. Poi ha voluto nel suo progetto di arte contemporanea un’attivista africana che si batte contro i crimini sui gay, che ora è diventata un punto di riferimento per il movimento lesbico del suo Paese».

Ma è vero che è stata invitata all’evento di Forza Italia proprio per conquistare l’elettorato Lgbtqia+?
«Non penso, ma anche se fosse mi farebbe piacere. Sono stata invitata da un amico comune che mi ha chiesto: perché non vieni a cantare? E io sono andata».

Come mai lei è un’ icona gay?
«Non lo so, forse per l’immagine. Ho sempre avuto tanti amici, gay e etero. Ho fatto tanti locali omo: mi piace perché si divertono. Cantano al posto mio, faccio riposare la voce».

 

 

 

È vero che il Dalai Lama le dedicò una poesia?
«Io sono madrina onoraria della Casa del Tibet di Reggio Emilia. Mi affidò una sua poesia con lo scopo di musicarla e di realizzare una sorta di Live Aid. La canzone gli piacque: si chiamava Words of Truth. Iniziai a mettere in moto la cosa, contattai Rudi Zerbi, chiedemmo la collaborazione di Jackson Browne, e poi anche di Richard Gere che promise di venire a suonare la chitarra. Poi crolla tutto».

Come?
«Perdo mio padre, mia mamma si ammala. Faccio per due anni la spola tra serate e ospedale, ospedale e serata. Infine sono crollata. La stessa sera che ho perso mia madre sono andata a cantare, non potevo mollare, sentivo la responsabilità anche per coloro che lavoravano con me. Alla fine del tour ero distrutta nel corpo e nell’anima. “Ora penso a me”, dissi. Decisi di chiudermi in me stessa. Lo racconto perché fu uno sbaglio».

Cosa fece?
«Ho smesso di sentire mio fratello, mia cugina, le persone care. Mi sono isolata. Vedevo sempre più nero. Restai sempre lucida, ma in un abisso. Un giorno decisi di togliermi la vita, avevo pulito casa pensando a chi sarebbe entrato. Follia. Tutto era perfetto. Nel momento cruciale, la mia gattina Bimba mi si avvicina e inizia miagolare fortemente. E così sono tornata in me: “Cosa sto facendo? E chi pensa a Bimba?”. Mi ha spalancato davanti la vita. Ho pianto tanto, sono andata sulla tomba dei miei genitori. Ho giurato che non avrei mai più fatto una cosa del genere per rispetto della vita e di chi lotta».

Ora come sta?
«Il mio tallone d’Achille è la forte sensibilità che mi fa piangere spesso. Ma vado avanti finché il Signore me lo permetterà. Anche perché ora ho tanti gatti: cinque. Sono gioia pura».

 

 

 

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