Patagarri al Concertone, "voci silenziate": la vergogna dopo l'urlo sulla Palestina

La band milanese: "Molti artisti hanno paura di esporsi". L'ira delle comunità ebraiche: "Ignobile, un insulto"
venerdì 2 maggio 2025
Patagarri al Concertone, "voci silenziate": la vergogna dopo l'urlo sulla Palestina
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Sono stati i Patagarri il telefonatissimo "caso" del Concertone del Primo maggio 2025 a piazza San Giovanni a Roma. David Parenzo, conduttore de L'aria che tira, ha definito la loro esibizione sul paco "raccapricciante", e non certo per il valore musicale della loro proposta.

La band milanese ha eseguito Hava Nagila, canzone tradizionale ebraica, terminando però con il grido "Palestina libera!". "Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l'unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera", hanno raccontato all'agenzia Agi subito dopo la performance. Il quintetto jazz-swing formato da Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monico (trombone e percussioni), tutti ragazzi milanesi tra i 20 e i 31 anni lanciati a X Factor dove erano nella squadra di Achille Lauro e sono arrivati in finale, hanno detto che suonare a Roma è stato "bellissimo, una fig***ta. Avremmo suonato un minuto e altre due ore". 

"In un momento come questo, in cui la situazione umanitaria è gravissima e molte voci vengono silenziate, pensiamo che la musica debba tornare a fare ciò per cui è nata: lanciare messaggi forti, prendere posizione, anche a costo di dividere", affermano. Sono stati loro, dunque, e non Ghali (che già a Sanremo aveva portato un messaggio simile) gli idoli degli anti-israeliani.. "Molti artisti hanno paura di esporsi, ma se credi davvero in quello che dici, non puoi avere paura. La musica non può dimenticare gli ultimi, anche quelli dimenticati perfino dai social", concludono.

Durissima la reazione di Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma: "Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C’è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell’esibizione dei Patagarri. I nostri più grandi odiatori nella storia sono quelli che hanno strumentalizzato la nostra cultura e mentalità. Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini, proprio sapendo che così ci colpivano nella cosa più sacra, la speranza. Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido 'Palestina Libera!', lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile"

"Mai ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro. Soprattutto in un concerto! Come quello del Nova Music Festival, trasformato dai terroristi palestinesi in un massacro che non è finito, con 59 rapiti da Hamas ancora a Gaza. Noi ebrei, di fronte a queste provocatorie manifestazioni di intolleranza sentiamo lo spazio delle nostre libertà restringersi inesorabilmente. Ma a perdere in libertà non siamo solo noi, è l’intera società civile", ha concluso Fadlun. 

"Una canzone ebraica che ha come significato la gioia di stare insieme è stata appositamente stravolta con l'effetto di creare divisioni e generare odio antisemita anziché mettere in campo ogni sforzo per la convivenza tra i popoli, come le Comunità ebraiche in Italia cercano di fare in ogni ricorrenza", stigmatizza l'evento Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. "Siamo attoniti per quanto avvenuto oggi dal palco istituzionale del 1 maggio organizzato dalle sigle sindacali in una ricorrenza ufficiale dell'Italia e senza vigilanza da parte della Rai che ha poi trasmesso il programma".

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