SuperPippo riunisce l’Italia

di Daniele Priorilunedì 18 agosto 2025
SuperPippo riunisce l’Italia

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«Pippo Santo Subito» è l’ unico slogan che non è ancora risuonato (ma non è fuor d’ora...). Trascorsa una giornata dalla scomparsa del presentatore e direttore artistico “magno” della televisione italiana, davvero ognuno si è sentito in dovere di esprimersi. Qualcosa che capita quando si ravvede una forte identificazione col personaggio al centro della scena. E Baudo la scena non l’ha mollata mai. Anche negli ultimi anni di minore visibilità. Il suo palcoscenico è rimasto l’Italia che oggi, da nord a sud, compresa la Repubblica di San Marino, sembra fare a gara nel voler tributare a SuperPippo l’onore più roboante.

IL BAUDO POLITICO
Prima di tutto con le parole. Continuano a spenderne gli innumerevoli artisti plasmati dalle sue mani. I cantanti sanremesi, tutti figli suoi che gli devono tutto. Le istituzioni, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella (che ne ha ricordato «la professionalità, la cultura, il garbo e la straordinaria capacità di interpretare i gusti e le aspettative dei telespettatori italiani») al sindaco del più piccolo borgo. I politici e gli intellettuali, come il suo amico Clemente Mastella, sindaco di Benevento e il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco che ne hanno (giustamente) tratteggiato un dna politico cui Baudo teneva molto: le sue idee “testardamente democristiane” per dirla con le parole dell’ex ministro della Giustizia, poi approfondite dal conterraneo Buttafuoco che ha spiegato come «Baudo fu partecipe del dibattito culturale che attraversava una stagione politica della Democrazia Cristiana, in particolare di quell’area che in Sicilia vedeva protagonisti come Rino Nicolosi e, a livello nazionale, Ciriaco De Mita. Pippo si inseriva perfettamente in quell’humus culturale della cosiddetta sinistra Dc e, in un certo senso, fu anche lui uno di quegli “intellettuali della Magna Grecia”, secondo la celebre definizione coniata da Gianni Agnelli. Racconto questo - ha spiegato ancora Buttafuoco - per offrire un quadro completo della sua vita intensa. È giusto ricordare anche questo segmento biografico spesso trascurato. Baudo aveva una marcia in più: era un uomo che studiava, che si preparava, che sapeva affrontare con competenza i temi del dibattito culturale. Conosceva perfettamente autori come Leonardo Sciascia o Gesualdo Bufalino, per citare solo due nomi eccellenti della letteratura siciliana».

MILLE INTITOLAZIONI E IL LUTTO
Da ieri è un rincorrersi di idee e proposte per tributare con una certa urgenza il miglior omaggio possibile al re dei presentatori. È come se si volesse esorcizzare la paura di perderne la memoria e la confidenza che per così tanti anni è stata quotidiana. E allora ieri mattina è stato il presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone a lanciare per primo l’idea di intitolare a Baudo una via romana nei paraggi di viale Mazzini. «Auspichiamo poi che la Rai gli dedichi l’intera prossima edizione del Festival di Sanremo». Lo storico scenografo della kermesse sanremese rilancia a favore di una intitolazione a Pippo del Teatro Ariston in Liguria e del Teatro delle Vittorie a Roma. Sempre a Sanremo la Cna Imperia ha proposto di realizzare una statua in memoria del conduttore, sullo stile di quella già dedicata a Mike al centro del corso. A Roma il teatro Sistina ha già provveduto a ntitolandogli quella che era la sua poltrona: in prima fila, poltronissima centrale n. 7. «Per noi sarà sempre lì e continueremo ad applaudirlo», ha detto il direttore artistico Masssimo Romeo Piparo. Anche lo sport non ha fatto mancare il suo omaggio. Dal calcio, con il Catania che ha annunciato di giocare col lutto al braccio la sua prossima gara di Coppa Italia, al mondo dell’ippica che ha ricordato la vicinanza di Pippo al mondo dei cavalli.

ITALIA BAUDEGGIANTE
L’Italia intera sembra contagiata dall’omaggio post mortem a Super Pippo. Ma per rendere meglio il quantum dell’esercizio collettivo si può ricorrere a un neologismo entrato persino nell’enciclopedia Treccani. Oggi più che mai, infatti, non è affatto improprio riferire di un’Italia intera presa sentitamente a “baudeggiare”, ovvero a esprimersi «con giri di parole, presentazioni epiche e applausi da dirigere con la mano, proprio come un direttore d’orchestra». Esattamente alla maniera di Pippo. Che, a pensarci bene, ha “baudeggiato” lui stesso fino alla fine, essendo venuto a mancare nel prime time di sabato, la sua serata per eccellenza, dando così vita all’ultimo dei colpi di scena che tanto amava, da un ospedale scelto neppure quello a caso. Il Campus Biomedico di Roma, infatti, è l’ospedale universitario nel quadrante sud della Capitale, nato grazie alle donazioni di terreni da parte di Alberto Sordi di cui anche Baudo era tra i benefattori. È lì che durante la giornata di ieri è rimasta aperta la prima camera ardente che, nelle intenzioni dei familiari e dell’avvocato, amico fraterno Giorgio Assumma doveva essere quella più privata, anche se più di qualche curioso ha provato ad avvicinarsi.

CAMERA ARDENTE E FUNERALI
L’omaggio pubblico sarà al Teatro delle Vittorie di Roma. Nella sala del quartiere Prati il pubblico potrà omaggiarne la memoria. Una scelta voluta dai vertici Rai in accordo con i i familiari. La camera ardente aprirà alle 10 di oggi fino alle 20 e dalle 9 fino alle 12 di domani, quando la salma partirà alla volta di Militello Val di Catania, paese natale di Baudo, dove mercoledì 20 agosto alle ore 16 nella Chiesa di Santa Maria della Stella si celebreran© RIPRODUZIONE RISERVATA no le esequie.