Per Elenoire Casalegno rappresenta un vero ritorno al futuro. Da lunedì prossimo sarà infatti la conduttrice di un format su Radio2 che la riporterà ai suoi inizi, quando era ancora una ragazza e conduceva programmi su Radio 101 e Rtl. Il nuovo programma si chiamerà Good morning Radio2 e sarà il primo ad aprire il palinsesto visto che inizierà alle 6 di mattina e terrà compagnia sino alle 7.30, inaugurando la giornata di un canale che vede anche il ritorno di Fiorello.
Elenoire, quante cuccume di caffè ti sorbirai prima della diretta?
«Guarda, ho la fortuna di svegliarmi subito e di essere lucida in pochi minuti. Consapevole che per essere davanti al microfono alle 6, dovrò aprire gli occhi alle 4 ma senza grossi problemi».
Pippo Baudo, il suo ultimo sabato sera
Aveva compiuto 89 anni lo scorso 7 giugno, Pippo Baudo. Se n’è andato il giorno dopo Ferragosto, dando il t...Il titolo del format è un chiaro richiamo al film di Robin Williams Good morning Vietnam.
«È un buongiorno che vogliamo dare agli italiani che sono già svegli, si preparano per andare a lavorare o, magari sono in automobile e accendono la radio. Con me ci saranno Max B-nario, Mandrake e Luca de Il Milanese Imbruttito».
Una bella sfida.
«È una cosa che dà responsabilità anche per il prosieguo della giornata su Radio2. Se inizi bene trascini tutti gli altri programmi. Sono molto contenta di partire lunedì prossimo».
Il Direttore di Radio2, Giovanni Alibrandi, ha parlato di un salto al passato rivolto al domani.
«Nel palinsesto ci sarà anche un programma che ricorderà Bandiera gialla per i suoi 60 anni: nel nostro Good morning parleremo di tutto, anche cronaca, visto che stiamo vivendo momenti orrendi nel mondo, e cercheremo di seminare leggerezza».
Cos’altro tratterà Good morning Radio2?
«La musica innanzitutto e se mi chiedi quale ti dico il rock».
I cantanti preferiti?
«In Italia posso citare i Negramaro e Lucio Dalla che mi manca moltissimo. In campo internazionale dico Ramones, David Bowie. Quel genere lì».
Perché sei tornata in radio dopo tanta televisione?
«La radio è un sentimento, un amore sicuro, un segno indelebile che ti pone quasi a contatto con chi ti ascolta. E ha tempi unici, ben diversi da quelli televisivi».
A proposito di tv, cosa ti sei portata dietro dell’Isola deifamosi 2024?
«Ah, la fortuna di essere stata un mese in Honduras e un’esperienza unica».
Anche le liti con Luxuria?
«Ma no, una volta finito il programma ci siamo salutate serenamente».
In 25 anni hai fatto di tutto in tv e con molti grandi nomi. Dovessi citare un programma che vorresti rifare?
«È un sogno impossibile perché mi piacerebbe ripetere l’esperienza di Pressing con Raimondo Vianello. Era straordinario nella sua capacità di proporre un umorismo nero, cinico, all’inglese. Ha precorso i tempie, oggi, non lo ricordiamo in modo giusto, è stato un grandissimo dello spettacolo».
Un aneddoto?
«Ero incinta di pochi mesi ma nessuno, in studio, lo sapeva. Ogni tanto mi prendeva la nausea e andavo in bagno. Raimondo lo notò e, con la sua facciona, mi disse: “Elenoire, non è che hai una malattia incurabile?”. Scoppiai a ridere e confessai il mio stato. E lui, sempre con la stessa faccia: “Almeno sai chi è il padre?”».
Era un magnifico visionario, Vianello: riuscì a decontestualizzare pure il calcio.
«Con Pressing ruppe gli schemi di un mondo che prendeva tutto troppo sul serio. Fu il primo a farlo, alla sua maniera».
Un altro big con cui hai lavorato?
«Baudo. Lavorai in Artisti di strada, su Rete4, e ricordo l’enorme professionalità di Pippo. Dicevano che era uno che non dava spazi, a me lasciò il 50% del programma. Lavorava sempre, provavamo sino alle 3-4 del mattino. Tutto doveva essere perfetto perché lui era il presentatore, il regista, il costumista, lo sceneggiatore».
Maurizio Costanzo?
«Da Costanzo sono stata cento volte ospite. Aveva un fiuto unico nell’individuare i personaggi, era un uomo di grande sensibilità e intelligenza».
Ultima cosa: da interista sfegatata hai conosciuto il tuo amore attuale, vero?
«Sì, Matteo Pandini. L’Inter ci ha unito. E il nostro scudetto lo abbiamo vinto».