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Bjorn Andresen, addio al ragazzo più bello del Ventesimo secolo

di Daniele Priorimartedì 28 ottobre 2025
Bjorn Andresen, addio al ragazzo più bello del Ventesimo secolo

2' di lettura

Il mondo del cinema internazionale dice addio al “ragazzo più bello del mondo”. Bjorn Andresen, portato alla fama mondiale per la sua incantevole presenza adolescenziale da Luchino Visconti come coprotagonista di Morte a Venezia, è morto nel fine settimana appena trascorso in Svezia. L’attore che, appena 15enne, nel 1971 aveva interpretato il ruolo del bellissimo Tadzio, era nato a Stoccolma nel gennaio del 1955. E proprio nella capitale del suo paese Visconti andò a cercarlo dopo averlo visto nell’unica produzione alla quale il piccolo Bjorn aveva preso parte.

Lo prese per trasformarlo nell’icona della bellezza efebica. L’adolescente che nel romanzo La morte a Venezia Thomas Mann aveva immaginato attraente e inconsapevolmente sensuale, tanto da diventare l’ossessione del vecchio professore Von Aschenbach.

Visconti renderà la figura di Tadzio, proprio grazie alla luminescente presenza di Bjorn, l’unica vera luce in una pellicola via via sempre più crepuscolare, capace di stregare il mondo e di diventare ispirazione anche per altri autori come la giapponese disegnatrice di manga Riyoko Ikeda che si sarebbe ispirata al volto di Bjorn per creare il personaggio androgino di Lady Oscar.

Se n’è andato non più giovane, ma neppure così anziano. Aveva 70 anni. E del suo celeberrimo volto angelico erano rimasti solo gli occhi e lineamenti di un viso gentile che lui stesso si trovò negli anni a ripudiare. Un’immagine incrudita da una vita particolarmente complicata e segnata da diverse tragedie che certamente devono aver influito sul suo carattere. Il padre, infatti, morì in un incidente quando lui era bambino, così come la madre che si tolse la vita quando lui aveva appena dieci anni. Una maledizione familiare che passò due generazioni e si abbatté sul suo primo figlio Elvin che morì improvvisamente a soli nove mesi.

A dare la notizia della scomparsa di Andresen è stato il regista e amico di una vita Kristian Petri che nel 2021 girò il documentario Il ragazzo più bello del mondo, riportando all’attenzione la vicenda dell’enigmatico attore che, dopo il successo di Morte a Venezia, recitò in un’altra trentina di produzioni, per il cinema e per la tv, evitando però il più possibile ruoli legati al suo bell’aspetto che – come dichiarò lui stesso per la prima volta nel 2003 al quotidiano inglese The Guardian era diventato ormai una autentica gabbia.

In altre interviste, poi, Andresen si scagliò con sempre maggiore amarezza contro la memoria del grande Visconti, colpevole – secondo lui – di averlo dato troppo presto in pasto a un mondo adulto e spietato. Prima del docufilm divenuto testamento artistico di tre anni fa, Bjorn si lanciò anche in una carriera da musicista e cantante che lo ha portato fino in Giappone e, nel 2019, ebbe una parte nel film horror Il viaggio dei dannati. Salvo poi tornare ad essere, ancora una volta Il ragazzo più bello del mondo, per raccontare definitivamente la sua storia così atipica. Ritratto di un uomo fragile segnato per sempre dal peso di un’immagine che non aveva scelto.