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Fuori dal Coro, fucilata di Mario Giordano: "Giuseppe De Donno? Ecco cosa potrebbe averlo ucciso", Roberto Speranza nel mirino

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La morte di Giuseppe De Donno è ancora un mistero. L'ex primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, che per primo l'anno scorso aveva iniziato la cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, "non era tipo da red carpet come Roberto Burioni". Lo definisce così Mario Giordano che dedica la prima puntata di stagione di Fuori Dal Coro proprio al giallo del medico. "De Donno - prosegue il conduttore di Rete Quattro - nelle ultime settimane di vita era tornato a fare il medico di base per stare vicino ai malati. Lui non era né un no-vax, né un complottista".

 

 

Anzi, amava la trasparenza. E proprio a causa della sua trasparenza - è la teoria di Giordano - "è stato offeso, attaccato e calpestato e forse per questo si è tolto la vita". Aspetti questi che hanno portato la procura di Mantova ad aprire un'inchiesta e a Fuori dal Coro a vederci più chiaro. Nella puntata del 7 settembre della trasmissione il conduttore manda in onda non solo le parole della sorella dello pneumologo, ma anche lo sfogo del medico.

 

 

A De Donno infatti è stata sottratta la sperimentazione della terapia che prevedeva l'infusione di sangue di contagiati dal coronavirus, opportunamente trattato, in altri pazienti infetti. "Ma il ministro della Salute Roberto Speranza non avrebbe dovuto chiamare Mantova e Pavia e sederci attorno a un tavolo per decidere cosa fare? - si chiedeva in tv De Donno stupito dalla decisione -. La scienza è una e non esiste colore. Questo è un trattamento democratico". Poi è la volta di Antonino D'Anna, autore del libro sullo pneumologo: "È passato dallo scienziato stimato a essere quasi l'ideatore di una cura truffa". Ma De Donno di vite ne ha salvate eccome. Una tra tutte quella di una giovane mamma che ha rischiato di perdere la sua vita e quella della bambina che aveva in grembo.

 

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