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Dritto e Rovescio, la smorfia della De Micheli: Pd, si capisce tutto

Claudio Brigliadori
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Sguardo perso nel nulla che si fa sempre più fessura invalicabile. Le sopracciglia leggermente alzate alla Ancelotti, a significare stupore intellettuale. Labbra serrate, che si increspano di tanto in tanto in una smorfia ora di disappunto, ora di disgusto, ora di disinteresse e stop. Paola De Micheli, ex ministra Pd delle Infrastrutture e dei trasporti nel governo Conte 2, quello giallorosso, si è auto-candidata alla poltrona di segretario del Pd con uno slogan (pardon, obiettivo programmatico) chiaro e nobile: ridare voce ai «militanti spesso umiliati».

 

Bene, se qualcuno di loro ha visto la puntata di Dritto e rovescio in cui l'ex bersaniana, ex lettiana, ex tutto era ospite in collegamento, potrebbe pensare che non sia la persona giusta per un incarico in cui servono per prima cosa empatia e capacità di ascoltare tutti. Dal confronto con Elisabetta Gardini, neo-eletta con Fratelli d'Italia, esce malissimo a livello di immagine. Dopo aver usato il suo tempo per criticare Giorgia Meloni, ascolta con sufficienza e supponenza la rampogna dell'ex europarlamentare.

 

«La De Micheli sta offendendo tutti gli italiani- tuona la Gardini -. Sta dicendo delle cose sul governo che verrà e vuole coprire il fatto che sta lei al governo in questo momento e le cose che dice le dovrebbe fare. Non è una guerra, una battaglia tra me e lei. Noi se potessimo faremmo le cose per le persone. Voi avete il governo e lo potete fare, e l'avete fatto diventare queste cose una schemraglia politica. E l'Italia sta morendo. Le aziende stanno morendo. Quando arriveremo faremo di tutto, ci prenderemo la responsabilità sulle spalle per mettere in sicurezza famiglie e imprese. E voi non lo avete fatto e non lo state facendo da un anno». Trenta secondi accaloratissimi, coronati da un lungo applauso dello studio. La De Micheli non batte ciglio, impassibile. In fondo una dote per diventare leader del Pd già ce l'ha in abbondanza: la spocchia.

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