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Mario Giordano: "Lo avete mangiato anche voi?", veleno puro sul governo

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"Un brodino, Donato, un brodino". Mario Giordano parte in quarta a Fuori dal Coro, e le premesse non sono delle migliori per Giorgia Meloni. "Quando qualcuno oggi mi ha chiesto com'è questa manovra annunciata nel cuore della notte, mi è venuto in mente il brodino che mi faceva mia mamma quando stavo male: mangia il brodino che ti fa bene, mangia il brodino che è buono - ricorda il giornalista, con piatto e cucchiaio davanti a sé -. E io: sì è buono il brodino, ma resta un brodino".

 

 

 

L'antifona è chiara: l'Italia e le sue casse sono di nuovo, inequivocabilmente malate gravi. Non ci sono soldi per grandi terapie d'urto in grado di risvegliare il Paese nel giro di qualche mese. Occorre passare la nottata, tirare a campare, fare le nozze con i ficchi secchi. Qualsiasi altra perla di saggezza popolare è ben accetta, perché il messaggio di fondo non cambia: vietato azzardare, meglio andare sul sicuro e tentare di stare riguardati, anche perché alternative in fondo non ce ne sono.

 

 

 

 

Ma il brodino, a Giordano, in fondo non va giù. E affida a coreografi e ballerini il suo "editoriale cantato" assai puntuto: "E va bene essere sobri frugali e prudenti ma forse si esagera un po' - sono le parole che risuonano in studio a Rete 4 sulle note niente meno che di Don Raffaè del maestro Fabrizio De Andrè -. Mille idee per farci campare un po' meglio sicuri che sia tutto qua. Ci hanno detto che avremmo gustato squisitezze e manicaretti non avremmo tirato la cinghia ma avremmo ripreso a mangiare guaglio'. Ah che buono il brodino che anche questo governo cucina, ci avevate promesso l'arrosto ma adesso siamo qui col cucchiaio a succhiar".

 

 

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