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Carlo Calenda di sasso a In Onda: "Non rispondo", cosa gli mostrano in diretta

Claudio Brigliadori
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Chi di perfidia colpisce, talvolta di perfidia perisce. A Carlo Calenda non fa certo difetto la salacità verbale rafforzata dal romanesco. Pariolino, non del generone. Ma poco cambia. Ospite di Marianna Aprile e Luca Telese a In Onda, su La7, gioca quasi in casa perché l’obiettivo dichiarato della trasmissione è condannare Ignazio La Russa per le frasi pronunciate nel pomeriggio a difesa del figlio Leonardo Apache, indagato per violenza sessuale. «Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante», ha detto il presidente del Senato.

Apriti cielo. «Parole inammissibili, che spero siano state dette in un momento di grave confusione, derivante dallo choc di sapere che suo figlio è indagato», incalza il leader di Azione, che ne approfitta per sparare nel mucchio sulla maggioranza. «Comincio a sospettare che ci sia una congiura delle persone che stanno intorno alla Meloni contro di lei. Se noi pensiamo a Sgarbi al Maxi, Sangiuliano che non ha letto i libri, la Roccella che dice che non bisogna dare i nomi dei bambini ai cani. Io fossi la Meloni delle due l'una: o un rimpasto oppure un imbavagliamento, i peggiori nemici della Meloni sono quelli che le stanno attorno».

Quindi Calenda passa alla Santanchè e la musica non cambia: «In Italia c’è una grande confusione tra il giustizialismo e il garantismo penale e il giudizio politico. Non è che uno non esprime un giudizio politico su un membro del governo finché non c’è una sentenza passata in giudicato». Nel frattempo va in onda la prima pagina del Riformista, quotidiano diretto dal “nemico” Renzi. «Sottolineo la perfidia della nostra regia», sogghigna la Aprile. «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», replica Calenda. Il silenzio è d’oro.

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