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Iacometti a Tagadà, "Vannacci no e la giudice sì?", sinistra zittita

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Il generale Vannacci no, e la giudice di Catania sì? Perde la calma, Sandro Iacometti, ospite in studio di Tiziana Panella a Tagadà, su La7. 

La discussione riguarda la toga Iolanda Apostolico, che qualche giorno fa ha "smontato" il decreto del governo accogliendo la richiesta di "illegittimità" e liberando alcuni migranti sbarcati illegalmente a Lampedusa e destinati al centro di Pozzallo.

 

 

 

Dal centrodestra spiccano accuse di magistratura politicizzata e ideologizzata e Iacometti, collega di Libero, commenta con rabbia crescente: "La giudice è un pubblico ufficiale, come Vannacci. Vannacci non era un 'cittadino' e quindi non poteva dire nulla, mentre invece il magistrato pontifica...".

 

 

 

Secondo Iacometti, il punto del discorso non è la sentenza, peraltro impugnata dal Viminale: "Non è questo il problema, la magistratura e i magistrati devono smetterla di prendere posizioni pubbliche politiche e di opporsi a un governo democraticamente eletto. Sono posizioni che la magistratura non può avere e il caso Vannacci doveva portare a riflettere su tutto questo discorso, sul fatto che ci sono istituzioni che pubblicamente si schierano contro leggi e un governo regolarmente eletto. Questa cosa non è accettabile".



"Non è questo il problema". Vannacci e la toga, guarda il video di Iacometti a Tagadà

 

La questione non riguarda tanto la giudice di Catania Iolanda Apostolico, che ha comunque agito nell'ambito delle sue prerogative (in maniera legittima o meno, si vedrà), ma tutti quei magistrati che subito dopo il varo di una legge intervengono con interviste su Stampa o Repubblica per bocciarla, magari gridando al regime. "Il governo aiuta la mafia, il governo aiuta gli evasori... Non si eprimono così le critiche - conclude Iacometti -. Le posizioni della magistratura le esprime solo il sindacato, l'Anm, nelle audizioni".

 

 

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