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Alessandra Ghisleri smonta Landini: "Non si capisce perché"

Claudio Brigliadori
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Alla fine non ci crede più nessuno. Dice bene Parenzo, e conferma Alessandra Ghisleri, ospite di L’aria che tira su La7. Il tema è quello dello sciopero di oggi. Una prova di forza persa da Landini e Bombardieri, segretari rispettivamente di Cgil e Uil. E questo, al di là di ministro Salvini, garante e commenti politici, vale anche a giudicare dalla reazione degli italiani. Come per l’ormai classico “allarme fascismo”, anche “l’allarme democrazia” sbandierato in questi giorni non funziona.

Anzi, per qualcuno potrebbe avere sortito un effetto boomerang, considerando che “il diritto di sciopero sotto attacco” ha portato comunque a uno sciopero, sia pur limitato. Un bel controsenso. Il problema, però, sta a monte. La mobilitazione generale «è percepita come distante - spiega la sondaggista, direttore di Euromedia Research -, non si è capito il perché. Il grande sciopero era quello per l’articolo 18. Un “mostro”, una situazione. In questo caso invece è molto diluito, le posizioni sovrapposte. Gli attacchi alla democrazia stancano le persone ed entrano nel linguaggio comune, e quindi si passa sopra. Bisognerebbe saper spingere i giovani in piazza, perché i sindacati sono tacciati di essere a difesa solo di determinate categorie di lavoratori e soprattutto i pensionati, i maggiori iscritti delle grandi sigle».

 

Serviva in sostanza, sottolinea la Ghisleri, «trovare un accordo comune, con un argomento forte e una buona comunicazione, che era fondamentale. Certo, il ponte lungo ha una presa importante, perché è più semplice dire alle persone si sciopera così si fa il ponte lungo, però è stato ricordato che si perde una giornata di lavoro e poi c’è gente che il sabato lavora e qualcuno anche la domenica, perché i mezzi funzionano anche la domenica».

 

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