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Paolo Crepet, una drammatica ipotesi: "Filippo Turetta, la domanda che il padre non vuole farsi"

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L'omicidio di Giulia Cecchettin, l'assassinio commesso da Filippo Turetta, continua a scuotere le nostre coscienze e a riempire le cronache. E la vicenda, terribile, nei giorni degli interrogatori al reo-confesso, tiene banco anche a In altre parole, il programma condotto da Massimo Gramellini su La7 il sabato sera, la puntata è quella di oggi, sabato 2 dicembre.

Ospite in collegamento ecco il sociologo Paolo Crepet, interpellato da Gramellini su una delle sfumature più dibattute del caso negli ultimi giorni: la scelta dei genitori di Turetta di non incontrare il figlio in carcere. "Perché i genitori di Turetta non vogliono andare a trovare il figlio. Non ce lo saremmo mai aspettato...", chiede Gramellini a Crepet.

"Perché l'eco dei sensi di colpa è terribile - risponde il sociologo -. Forse vogliono posticipare una domanda terribile. Che colpa ne ho? Quando un figlio sbaglia, diceva Pasolini, per il 50% è colpa del ragazzo e per il 50% è colpa dei padri, perché lo hanno educato male. Parole magnifiche, bibliche".

 

 

E ancora: "L'esempio non è solo: fai così. Ma tu come sei? Quanto parli a cena? Quanto interrompi i loro silenzi? Quanto sei capace di essere in qualche modo controcorrente? Un insegnante è un provocatore, non può adattarsi alla calma piatta: se un ragazzo esce dal gruppo, per il suo bene, lo vai a prendere per la giacca", conclude Paolo Crepet.

In altre parole, le riflessioni di Paolo Crepet sui genitori di Turetta: il video

 

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