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Boom per "La signora in giallo": strana coincidenza in tv

Klaus Davi
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CHI SALE (“La signora in giallo”) Nella settimana della probabile riapertura del processo di Olindo e Rosa, dovuta all’ostinazione di un magistrato come Cuno Tarfusser, tutti gli indicatori sociali registrano un vistoso calo reputazionale del cosiddetto percepito della “Giurisdizione” intesa come amministrazione delle norme che portano alle sentenze dei tribunali. A colpire l’opinione pubblica è quella sensazione sgradevole di fragilità di alcune indagini e paradossalmente le nuove tecnologie non colmano dubbi e perplessità. OmnicomMediaGroup segnala un concomitante (casuale?) boom d’ascolti dei vecchi polizieschi decisamente più rudimentali nella declinazione delle inchieste. Il detective Poirot, esperto nell’interpretare parole e atteggiamenti dei testimoni, sabato sera su Top Crime ha raggiunto 500mila spettatori. La signora in giallo (in onda dal 1984) su Rete 4 è stabile sopra il 5% di share! I Chips su Rete 4 o Kojak su Iris attirano ancora 100mila teste al dì. Si percepisce un’ondata d’empatia per quei mitici e inflessibili segugi dal tratto umano che sapevano essere prossimi alla comunità. «Se anche una convinzione tra le più granitiche viene smentita dai fatti, si ricomincia tutto daccapo» era il motto della mitologica signora Fletcher. Non proprio il mantra investigativo oggi più di moda soprattutto fra chi attribuisce alla giustizia funzioni di palingenesi politica. 

 

 

 

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