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Elly Schlein affondata da Fulvio Abbate: "Sembra che parli agli Erasmus"

Claudio Brigliadori
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L’Italia «è una Nazione nella quale vige l’amichettismo, ci sono circoli di amichettisti e c’è un indotto. Ma quel tempo è finito, come è finito il tempo in cui, per arrivare da qualche parte, dovevi avere la tessera di partito», aveva tuonato Giorgia Meloni a inizio settimana a Quarta repubblica. «Le carte ora le do io», aveva aggiunto la premier e chi a sinistra aveva la coda di paglia si è soffermato su questa espressione, per ribaltare la frittata accusando la leader di Fratelli d’Italia di predicare bene e razzolare male. Censurando il resto della riflessione della Meloni: «O meglio le danno gli italiani. Questo è il tempo del merito». 

A fare un po’ d’ordine ci pensa Fulbio Abbate: nobile, ex comunista, intellettuale raffinato, provocatore, agitatore culturale. Colui che ha di fatto coniato la formula “amichettismo”, guarda un po’. E per questo, negli ultimi giorni, addirittura accusato dai compagni di aver dato una mano alla premier. Ospite di Bianca Berlinguer a Prima di domani, su Rete 4, il marchese ha marcato le differenze: «In casa della Meloni c’è un cognato che ha una posizione apicale, è quasi un partito a condizione familiare», premette riferendosi al ministro Lollobrigida. 

 

«L’amichettismo, purtroppo, e lo dico da persona di sinistra, già comunista, è una caratteristica che segnatamente riscontriamo a sinistra. Questo è imperdonabile». A destra «C’è il familismo storico ma purtroppo a sinistra c’è l’amichettismo», quasi una nuova ideologia. «Purtroppo la sinistra attuale a me dà la sensazione di non parlare a quelli che dovrebbero essere i ceti storici a cui parlava il Partito comunistanel quale ho pure militato - o il Partito socialista. Ma sembra che la Schlein parli segnatamente agli Erasmus e agli iscritti alla scuola Holden».

 

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