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DiMartedì, rissa Bocchino-Piccolotti: "Non hai cultura", "Basta offendere"

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Dibattito animato a Di Martedì, talk di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris, sul caso di Ilaria Salis, la maestra elementare italiana 39enne, detenuta nelle carceri ungheresi da un anno. L’accusa è quella di aver aggredito, insieme ad altre persone, due manifestanti di estrema destra, durante le manifestazioni del 9 e 10 febbraio 2023. La Salis è apparsa in tribunale a Budapest in condizioni che non rispettano i diritti umani, trasportata con mani e piedi legati in una sorta di guinzaglio fatto con catene. 

A queste immagini, in Italia si è scatenata la polemica tra le opposizioni e la maggioranza, si richiede un intervento di Giorgia Meloni che, da sempre, ha un rapporto stretto con il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn, al quale ha telefonato nella serata di ieri, martedì 20 gennaio. E a DiMartedì, in serata, è duro scontro tra la deputata di Sinistra italiana, Elisabetta Piccolotti, e il direttore editoriale del Secolo d’Italia, Italo Bocchino. La Piccolotti non resiste alle provocazioni di Bocchino e sbotta: “Dire che Orban non c'entra niente mi pare surreale, perché le leggi di uno Stato determinano anche il trattamento dei detenuti e quindi Orban c'entra, non è solo la magistratura ungherese, è il parlamento che stabilisce come dobbiamo trattare i detenuti nelle nostre carceri”. 

 

Ma con irriverenza, Bocchino la stronca: “La magistratura è indipendente, le leggi le fa il Parlamento. Sbagli proprio, non hai cultura istituzionale, non sai quello che dici, le leggi le fa il Parlamento e la magistratura è indipendente, Orban non c'entra niente, Orban fa il capo del governo, non fa le leggi”. La Piccolotti reagisce furiosamente: "Ma come non so quello che dico, ma basta con questo continuo offendere l'interlocutore, basta Bocchino, lo so benissimo quello che dico e non si deve permettere!". Intanto, come detto, Giorgia Meloni ha effettivamente avuto un colloquio telefonico con Orban, portando l’attenzione sul caso Salis, nel rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese. Un colloquio che fa seguito alle iniziative diplomatiche già avviate il 22 gennaio dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ed il suo pari magiaro, Peter Szijjarto.

DiMartedì, scontro Bocchino-Piccolotti: qui il video

 

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