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DiMartedì, Santoro contro Carlo Calenda: "Lo decide lui?"

Roberto Tortora
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La morte del dissidente russo Alexei Navalny nel carcere siberiano in cui era detenuto, in circostanze ancora da chiarire, ha sconcertato il mondo e gettato un’ombra sempre più scura sulle politiche di regime di Vladimir Putin.

Le manifestazioni di solidarietà alla moglie di Navalny, Yulia, si susseguono e c’è un clima di sfiducia nei confronti di giudici ed esperti russi che dovranno stabilire le cause del decesso dell’attivista, colto da un malore in seguito ad una passeggiata. Di questo si parla a DiMartedì, talk di approfondimento politico di La7, condotto da Giovanni Floris.

 

 

 

Ospite, come accade di frequente, c’è Michele Santoro, che non esenta da colpe gli Stati Uniti: “Se a Guantanamo sono state torturate delle persone e qualcuno avrebbe dovuto prendere le distanze e ciò non è avvenuto, anzi, un potere ti dice ‘per il bene supremo dell’umanità posso torturare, posso non processare, posso tenere un detenuto senza farlo dormire per molti giorni’, allora in questo caso la tortura viene ammessa? Quando è bandita da tutti i trattati internazionali. Allora poi il dittatore Putin, contro il quale mi sono sempre mosso considerandolo un dittatore, poi è legittimato a dire ‘se voi fate questo, pure io lo posso fare’”.



"I giudici russi no. Lo decide Calenda?". Guarda il video di Santoro a DiMartedì
 

 

Quanto alla denuncia della moglie di Navalny, Yulia, Santoro punta il dito contro Carlo Calenda: “La moglie fa benissimo a fare la sua denuncia, me la prendo con chi dice ‘a chi chiediamo noi la verità su Navalny? Ai giudici russi? Eh no, non sono giudici, perché sono russi, sono giudici di un dittatore e non possiamo chiedere la verità a loro’. Chi la stabilisce la verità allora, Calenda? Devo correggere questi politici italiani – spiega Santoro – esistono importanti organismi internazionali anche in Europa, di cui la Russia fa parte. Perché noi non facciamo quello che ha fatto il Sudafrica per quanto riguarda il massacro in atto a Gaza? Perché non raccogliamo tutte le informazioni possibili e immaginabili per portarle davanti a una corte che possa decidere quel che è successo a Navalny?".

 

 

 

Floris puntualizza: “Questa è una buona idea, ma il punto non è che i giudici non ci siano, però non aspettiamoci la verità dalla Russia”. Santoro, allora, sbotta: “La verità che noi vogliamo stabilire è un'altra ed è sempre la solita: siccome in Russia non c'è nessuna possibilità se tu non fermi Putin, non ammazzi Putin, non deponi Putin, quindi deve continuare la guerra. La manifestazione era per la continuazione dell'invio di armi in Ucraina e per la continuazione della guerra. se prendi l'intervista di Calenda da Vespa, quella richiesta di verità si è trasformata in due minuti in richiesta di invio di armi in Ucraina fino alla sconfitta totale di Putin. Queste cose agli italiani gliele vogliamo spiegare o no?”.

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