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PiazzaPulita, Federico Rampini: "Su Putin ho sbagliato"

Roberto Tortora
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Qual è la situazione in Ucraina, a due anni dallo scoppio della guerra e dell’invasione della Russia di Putin? L’analisi, molto pessimista, la fa Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera, collegato da New York con PiazzaPulita, il talk di approfondimento politico di La7 e condotto da Corrado Formigli, che introduce il tema così: “Due anni fa le sanzioni, il golpe interno minacciato dagli oligarchi isolati e che avrebbero dovuto rovesciare il dittatore. Tutto ciò dobbiamo buttarlo via, sono ipotesi fallaci, a che punto siamo?”.

Rampini fa mea culpa e, con tono grave, ammette: “Un po’ di autocritica credo di doverla fare personalmente, non solo elencando gli errori che ha fatto l'Occidente e l'Ucraina. Se vi leggo le analisi che facevo di questa guerra un anno fa, erano in parte sbagliate. Ho sbagliato anche io nel vedere un Putin isolato. È stato isolato da noi occidentali neanche troppo, perché poi l'applicazione delle sanzioni è stata un colabrodo, solo adesso si comincia a parlare, per esempio, di usare veramente le riserve russe sequestrate, i soldi della Russia sequestrati nelle nostre banche. Non ho mai parlato di rovesciamento di Putin – spiega Rampini - perché non sono un cremlinologo, non mi occupo di congiure interne. Però anche io, ascoltando un anno fa numerosi esperti militari americani, Paese in cui vivo, vedevo una Russia molto in difficoltà militarmente".



"Chiedo scusa, su Putin ho sbagliato": guarda il video di Rampini a PiazzaPulita

 

"Non abbiamo previsto che anche loro avrebbero imparato dai loro errori. All'inizio la campagna militare russa è stata disastrosa, umiliante perfino. Tutti imparano dai propri errori, i militari russi hanno impostato una seconda o terza fase della guerra che gli sta andando molto meglio. Sono personalmente addolorato, non credo – prosegue nella sua analisi l’editorialista del Corriere - che abbiamo sbagliato nel non cogliere occasioni di pace e negoziato diplomatico, perché non esistevano, Putin non ce le ha mai date. Fermarsi e negoziare vuol dire che Putin si prende tutto ciò che ha conquistato in modo criminale, si tiene quello che ha, si ferma magari per qualche tempo, se c'è una tregua, un armistizio, per poi preparare la terza guerra di Ucraina come fece nel 2014. Prese la Crimea e cominciò a preparare l'offensiva successiva".

 

 

 

Formigli, quindi, chiede conferma di ciò: “Oggi, a due anni di distanza, dobbiamo constatare che è letteralmente impensabile che Putin lasci Mariupol, per citare la città più grande dei territori occupati? L’Ucraina deve perdere un pezzo del suo territorio e della sua sovranità? È questa la grande sconfitta per quelli che dicevano che si poteva vincere?”. Rampini non può che confermare: “È una grande sconfitta e, se questo è, significa che ci sarà una terza guerra in Ucraina o altre guerre che Putin farà, ringalluzzito da questa vittoria. Dove stavolta? Verso Lituania, Estonia, Kaliningrad? Non si ferma qui, è chiaro che se vince questa partita qui, anche solo parzialmente, l'imperialismo russo ha ben altre mire, ce lo ha detto lui già nel 2007”.

 

 

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