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Otto e mezzo, Paolo Mieli: "Abruzzo? Chi rischia tutto e chi non rischia niente"

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Se a DiMartedì è stato Massimo Giannini ad analizzare le mosse di Giorgia Meloni in vista delle elezioni in Abruzzo, il prossimo 10 marzo, poco prima a Otto e Mezzo, la striscia politica post-tg di La7 condotta da Lilli Gruber, è stato Paolo Mieli a fare un punto sulla campagna elettorale del centrodestra, in sostegno del governatore uscente Marco Marsilio, in corsa per un nuovo mandato.

L’avversario è Luciano D’Amico, ex-rettore dell'Università di Teramo ed ex-presidente del Trasporto Unico Abruzzese (Tua). Anche Mieli giudica le parole dell’ultimo comizio del presidente del Consiglio e spiega: “Il succo è che in queste elezioni, non così importanti come sembrano, Giorgia Meloni rischia, mentre Elly Schlein e gli altri non rischiano niente. Se perde il candidato di sinistra si dirà che era una partita già persa in partenza".

 

 

 

"Se, però, perde il candidato di centrodestra, è la seconda regione consecutiva che la Meloni perde, dopo aver fatto una cosa che nessuno nella storia aveva fatto prima, cioè esporsi mediaticamente. Nei governi della prima Repubblica, Moro, Nenni, Saragat, La Malfa mica andavano regione per regione a fare comizi, ma ti dirò (rivolgendosi alla Gruber, ndr) neanche Berlusconi, Bossi, Fini sarebbero andati in Sardegna. Questo metterci la faccia sarebbe da eliminare, come dice Francesco Merlo su Repubblica, ci vuole la 'ghigliottina', una frase da eliminare”.

 

 

 

Mieli, poi, spiega come stonino certe promesse elettorali, fatte nell’imminenza delle urne: “I candidati di sinistra non vogliono queste cerimonie, perché sanno, in base al passato, che portano anche male. È un modo stravagante di fare, andare lì, fare promesse, il corridoio dell'Europa che passa per l’Abruzzo, l'autostrada per Pescara etc., non sembrano autentiche a pochi giorni dalle elezioni, hanno un suono che non va bene”.

 

Paolo Mieli a Otto e mezzo, guarda qui il video

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