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Jannik Sinner, "Le Iene" si scatenano: "Cosa non torna sul caso-Clostebol"

Claudio Brigliadori
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Ci sono le iene, tante, che infestano il circuito Atp e i social e che da settimane sperano nemmeno tanto silenziosamente che Jannik Sinner sia fatto fuori dal caso-doping. E poi ci sono Le Iene, inteso come programma televisivo di Italia 1, che debuttano con il botto in stagione con un servizio di Alessandro de Giuseppe.

L’inviato del programma si è trasformato in cavia umana, sottoponendosi allo stesso tipo di massaggio con il farmaco incriminato utilizzato dall’ex fisioterapista dell’altoatesino a Indian Wells, lo scorso marzo. Proprio a seguito di quella disattenzione e di quel massaggio il Rosso di San Candido era risultato positivo a due test antidoping. Ma la contaminazione era davvero possibile o qualcosa non torna? L’esperto consultato dalle Iene, Pascal Kintz, tossicologo dell’Istituto di medicina legale di Strasburgo, si dice scettico su un punto in particolare di tutta la vicenda: a Sinner hanno dato «una mini-sospensione in termini di giorni e il tutto non è stato reso pubblico fino a quando non è stato risolto. Ci sono state differenze di trattamento tra gli atleti, è questo il problema del caso Sinner: due pesi e due misure».

 

Per il professore «la contaminazione è verosimile» ma il vero problema è «come è stata trattata la cosa. L’impressione è che sia stata gestita in maniera “ermetica”. I tre esperti scelti erano tutti accreditati nei laboratori Wada. Questi però non sono esperti indipendenti, insomma resta tutto in famiglia. E quando uno risulta positivo deve essere reso pubblico». Non solo: secondo Le Iene, ci sarebbe anche il sospetto su un possibile conflitto d'interessi pro-Sinner, dal momento che il suo avvocato difensore, Kendra Potts, fa parte dei collegi arbitrali di Sport Resolutions, vale a dire il tribunale indipendente che ha giudicato l'italiano innocente.

 

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