Venezia: Verdone, dare a me premio Bresson e' gesto d'avanguardia
Venezia, 1 set. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Sono molto commosso. E mi chiedo ancora se merito questo premio: ci sono autori più profondi di me, anche se può succedere che, quando fatto bene, un film di commedia possa raccontare un dramma meglio di un film drammatico. Resta il fatto che assegnarmi questo riconoscimento - e lo posso dire anche a nome dei colleghi che come me fanno commedie - sia un gesto d'avanguardia". Così, un Carlo Verdone visibilmente emozionato, ha ricevuto il Premio Bresson, tradizionale riconoscimento che la Fondazione Ente dello Spettacolo e La Rivista del Cinematografo assegnano al regista che abbia dato una testimonianza significativa del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale dell'esistenza. Secondo italiano a riceverlo (dopo Giuseppe Tornatore) in quindici anni, Carlo Verdone è il primo regista di commedia a cui viene assegnato il premio: "Mio padre sarebbe stato davvero contento, perché penserebbe che il figlio ce l'ha fatta - dice ancora Verdone, che dedica il premio proprio alla memoria del papà Mario, storico e critico cinematografico -. Questo è un riconoscimento enorme, che dedico con tutto il mio cuore a lui, uomo che ci ha spinto a studiare, a conoscere il bello". E proprio ripensando al padre, Verdone svela un simpatico retroscena di qualche mese fa: "Stiamo ancora mettendo a posto tutta la sua enorme biblioteca della casa di campagna, qualcosa come 18000 volumi... Qualche settimana fa, insieme a mio figlio e a mio fratello Luca, ci troviamo di fronte alla bacheca del cinema francese. Dopo un po' arriviamo ai volumi su Bresson, talmente tanti che mi lascio andare ad una sciagurata frase: 'Luca, buttiamoli 'sti Bresson, so' talmente tanti'. E lui, 'No, no, no! Li ha scritti papà!'. Ecco, dopo un paio di giorni mi chiamano per dirmi che ho vinto il premio...". (segue)