Venezia: Davide Ferrario, il progresso e' un patto con il diavolo (3)
(Adnkronos/Cinematografo.it) - "Questo -prosgue Ferrario- è anche e soprattutto un film sull'Italia scomparsa prima che la mutazione antropologica, per dirla con Pasolini, omologasse le identità regionali italiane nel culto del consumismo. Attenzione, però: la mia non è un'opera di nostalgia, quanto il tentativo di rendere il senso di energia di un'epoca, a volte spericolata, a volte disastrosa, che oggi sembra non esserci più". Nell'epoca del digitale e dei social network sempre più invasivi, infine, riflettere sulla metamorfosi dell'idea di progresso e sul carattere totalizzante della tecnica può apparire un atto quantomeno coraggioso. Vi è poi un deciso parallelismo metalinguistico tra serialità industriale e cinema. (segue)