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Venezia: Davide Ferrario, il progresso e' un patto con il diavolo (4)

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(Adnkronos/Cinematografo.it) - L'epoca del digitale segna un passo avanti o indietro nel cammino del linguaggio audiovisivo? "Si va avanti sempre - conclude Ferrario - il digitale non si arresta e offre grandi potenzialità. Eppure, ci sono delle controindicazioni: credo che l'interattività, questa vecchia illusione del passato, abbia tolto autorevolezza all'autore, se scusate il gioco di parole". In altri termini, "è cambiata la fruizione del prodotto audiovisivo; rispetto a un tempo, quando ci si sedeva in sala a guardare unicamente il film, oggi è sorta l'abitudine a modificare a proprio piacimento la visione - vedi l'home video, - e, allo stesso tempo, a integrarla con altre attività: tutto ciò si ripercuote sulle modalità stesse del narrare tramite immagini: bisogna sempre stare attenti per tenere alta la tensione dello spettatore, oggi forse troppo distratto. Questo, della moderna tecnologia, fa paura". A ogni modo, conclude Ferrario, "per riallacciarmi alla Zuppa del Demonio, credo il senso del film sia riassunto benissimo dalle parole esemplari di Giorgio Bocca con cui il lavoro si chiude: 'tutte le cose che adesso ci appaiono orrende, allora ci sembravano bellissime'".

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