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Anouk Aimée: ''Federico Fellini mi ha insegnato ad essere attrice''

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Roma, 20 apr. (Adnkronos) - "Federico mi ha insegnato a essere attrice". Lo afferma Ainouk Aimée, a Roma per l'omaggio che le rende il festival del cinema francese 'Rendez Vous' con la proiezione della versione restaurata di 'Lola', ricordando il suo ruolo di Maddalena ne 'La dolce vita' e quello di Luisa in '8 e 1/2'. "Quando sono arrivata a Roma per girare con Fellini, ero molto giovane ma avevo già lavorato con altri registi in Francia", racconta Aimée in un'intervista all'Adnkronos sulla terrazza dell'Hotel Sofitel di Roma. "Erano tutti molto seriosi - ricorda l'attrice - guai se c'era un rumore o una parola di troppo. Federico invece, durante le riprese, mi diceva sempre: 'devi essere seria nel tuo lavoro ma non devi prenderti troppo sul serio'. L'ho preso in parola, ho visto i risultati e da quel momento mi sono detta: ecco, adesso sono un'attrice". Musa di registi come Fellini, De Sica, Lelouch, Bertolucci, Bellocchio (con il quale ha vinto la Palma d'Oro a Cannes per la migliore attrice nel 1980 con 'Salto nel vuoto'), Aimée non ha dubbi: se dovesse girare un film oggi in Italia, vorrebbe farlo proprio con Bellocchio. "Marco lo conosco, se dovessi scegliere farei un film con lui. Anche se non è l'attrice che deve scegliere il regista – sottolinea – ma il contrario. Perciò, se Bellocchio mi chiamasse, accetterei". Da vera attrice, non riesce a fare una classifica dei ruoli interpretati né dei grandi maestri del cinema con i quali ha lavorato: "E' come per una madre dire qual e' il figlio preferito. Tutte le parti che ho fatto così come tutti i registi con i quali ho lavorato, sono per me come dei figli, li amo tutti quanti". Quanto all'omaggio del festival 'Rendez Vous': "Sono felice – dichiara – e mi fa piacere. Mi riempie di gioia che la gente veda un mio film e parli di me. 'Lola' è un grande film, è stato molto importante per la mia carriera". La pellicola del 1961 segnò anche il debutto alla regia di Jacques Demy, e viene proiettato in chiusura della rassegna cinematografica romana, nella versione restaurata dalla vedova di Demy, la cineasta francese Agne's Varda. Sul nuovo cinema italiano, Aimée mostra qualche perplessità: "E' molto cambiato, come quello francese del resto. In Italia oggi non vedo geni – afferma – sicuramente qualcuno ci sarà, anche se non è ancora emerso. Eppure c'è stato il tempo dei Fellini, dei Visconti, dei De Sica, dei Germi. Arriverà di nuovo un mago? Penso di sì – conclude – ma spero che arrivi prima che vada via io...".

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