Gergiev e il suo Mariinskij a Santa Cecilia per il Festival Caikovskij
Roma, 8 gen. (AdnKronos) - Due tra le più importanti orchestre del mondo, quella dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e quella del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, dirette da Valery Gergiev per dare voce alla musica di Piotr Il'ic Cajkovskij a 125 anni dalla sua scomparsa. E' il Festival Caijkovskij, organizzato dall'Accademia Nazionale di Santa cecilia nell'ambito della propria stagione sinfonica, che prenderà il via giovedì prossimo alle 19.30 (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, repliche venerdì 12 ore 20.30 e sabato 13 ore 18) con Gergiev che dirigerà l'Orchestra e il Coro dell'Accademia di Santa Cecilia in 'Iolanta', l'ultima opera di Čajkovskij. Incentrata sulla vita di Iolanda d'Angiò, ispirata al dramma di Henrik Hertz 'La figlia del re René', dal quale il compositore restò incantato dopo averlo visto in teatro decidendo di musicarlo nella primavera del 1892. Una vicenda storica che Čajkovskij ambienta in un'atmosfera fiabesca, che grazie anche alla ricca orchestrazione, esalta la vicenda della bella principessa che riacquista la vista grazie alla potenza dell'amore. Nel cast Irina Churilova soprano (Iolanta), Nazhdmiddin Mavlyanov tenore (Vaudemont), Alekxei Markov baritono (Robert), Stanislav Trofimov basso (Rene), Roman Burdenko baritono (Ibn Hakia), Yuri Vorobiev basso (Bertrand), Andrei Zorin tenore (Almeric), Kira Loginova soprano (Brigitta), Ekaterina Sergeeva mezzosoprano (Laura) e Natalia Evstavieva contralto (Marta). Nella seconda parte del Festival, a dar voce al patrimonio sinfonico del più romantico dei compositori, sarà l'Orchestra del Teatro Mariinskij, una delle più antiche e prestigiose al mondo, della quale Gergiev è direttore principale e direttore generale artistico dal 1988. Il primo appuntamento è per domenica 14 gennaio alle ore 20.30 (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica) con la Sinfonia n.1 'Sogni d'inverno' e la Sinfonia n. 6 'Patetica' composte rispettivamente dopo pochi mesi dal diploma di composizione, la Prima, e negli ultimi mesi di vita la Sesta. Nel mezzo, tra i due estremi, si snoda l'opera di Čajkovskij e il continuo contrasto tra il successo e il tormento interiore che non abbandonò mai il compositore. Lunedì 15 gennaio (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, ore 20.30) sarà possibile ascoltare la Sinfonia n. 2 'Piccola Russia', nella quale il lirismo caratteristico della vena compositiva di Čajkovskij si sposa con i numerosi richiami alla musica tradizionale russa e la Sinfonia n. 5 scritta nell'estate del 1888 dopo un periodo di crisi creativa. Martedì 16 gennaio (Sala Santa Cecilia, Auditorium Parco della Musica, ore 20.30) in programma un'ultima coppia, costituita dalla Sinfonia n. 3, composta nel 1875 - l'unica delle sei scritta in cinque movimenti - e dalla Sinfonia n. 4 che vide luce nei due anni seguenti che coincisero con l'incontro tra Čajkovskij e la baronessa von Meck, ricca appassionata di musica che divenne per quattordici anni fedele mecenate e amica del compositore.