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Sanremo, Giulia Anania: "Sulle donne va in onda il festival dell'ipocrisia"

AdnKronos
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Roma, 21 gen. (Adnkronos) - di Antonella Nesi "Trovo ridicoli e seriamente pericolosi i termini della polemica sulla misoginia del festival di Sanremo per la presenza di Junior Cally. Il problema delle donne e delle lavoratrici, dello spettacolo e non, nel nostro Paese, parte proprio da quei palazzi della politica dove oggi tutti si fingono scandalizzati”. Scrittrice, poetessa, cantautrice e autrice per altri di tante canzoni (da Emma a Nek, da Laura Pausini a Paola Turci, in tanti hanno cantato brani scritti da lei), Giulia Anania non ci sta ad assistere al “festival dell'ipocrisia” delle polemiche su Sanremo. Giulia non solo è una donna ma un'attivista, una cantautrice che ha calcato il palco di Sanremo e soprattutto un'autrice di canzoni, che ha collaborato con diversi rapper (Coez, Lucci, Frenetik e Orang3) e scritto per grandissime interpreti donne trattando tematiche importanti come l'accettazione di se stessi ('Fatti bella per te' cantata da Paola Turci), l'integrazione ('Il senso' cantata da Fiorella Mannoia), la violenza sulle donne o l'amore senza compromessi ('Io di te non ho paura' e 'Manifesto' di Emma). E in un'intervista all'Adnkronos sottolinea: “Il fatto che si crocifigga per due settimane una gaffe di Amadeus - che certamente è grave ma porta semplicemente a galla quello che tutti i giorni noi lavoratici ci sentiamo dire da uomini un po' patetici e 'retrò' che non si arrendono a vederci non solo un passo ma spesso anche 10 avanti a loro - e poi non si dedichi nemmeno una sessione di aula in Parlamento, nelle stesse due settimane, a temi come il gender gap nei trattamenti economici di ogni tipo di lavoro, rende l'idea dell'ipocrisia di questo dibattito”, rileva. “Allo stesso modo – aggiunge - viene da ridere al pensiero che politici di ogni partito se la prendano, con attacchi ad orologeria, con Junior Cally. Gli stessi che non hanno nessun interesse ad avvicinarsi ai problemi dei giovani. Attacchi che, almeno apparentemente, non si riferiscono ai contenuti del brano di Sanremo (con allusioni, guarda caso, a Salvini e a Renzi) ma alla produzione precedente del rapper romano, che, come tanti altri rapper della sua generazione, utilizza immagini spesso violente e smaccatamente sessiste per le quali bisognerebbe aprire un discorso a parte e in altre sedi, perché sono le grida di disagio di una generazione. Allora che facciamo, vietiamo anche 'Gomorra', andato in onda su Sky ma anche sulla Rai e considerato uno dei maggiori successi internazionali per la fiction made in Italy? Senza parlare del fatto che allora dovremmo buttare fuori da Sanremo anche Marco Masini, Achille Lauro, i Pinguini Tattici Nucleari e Miss Keta, perché nei loro pezzi in passato hanno fotografato momenti altrettanto odiosi. Forse sarebbe meglio interrogarsi su una generazione lasciata sola nella pornografia, non solo dei corpi ma anche dei sentimenti ", conclude Giulia Anania.

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