Roma, 15 gen. (Adnkronos) - "Questo è un testo contro tutte le ignavie, contro chi pensa di non doversi impicciare e di non partecipare: la partecipazione alla vita sociale è una cosa che da un senso molto importante alla vita, e gli 'affari propri' possono anche essere quelli di lottare per ciò che si crede essere la cosa giusta". Massimo Wertmuller torna a Roma, dal 17 al 19 gennaio al Teatro di Tor Bella Monaca, con lo spettacolo 'Il Pellegrino', scritto e diretto da Pierpaolo Palladino nel quale interpreta, stando sempre da solo in scena, ben 26 personaggi della Roma antica. La piece, divenuta omai un piccolo cult, visto che l'attore lo ripropone a fasi alterne da quasi quindici anni sempre con grande successo di pubblico, è recitata in romanesco popolare ed è ambientata nell'Ottocento ma, come ha spiegato il suo protagonista all'Adnkronos, contiene un messaggio attualissimo. "Il messaggio riguarda gli italiani, che sono notoriamente un popolo di ignavi -dice Wertmuller- Se così non fosse, non saremmo stati invasi e comandati da altri popoli". Un invito a 'scuotere' le coscienze cui l'attore non si sottrae quasi mai durante il suo lavoro: "Questo è ciò che più amo del mio lavoro, sono uno che ha fatto dell'impegno e della partecipazione una bandiera. Se uno mi chiede 'come ti diverti di più', io mi diverto lanciando una riflessione e un pensiero". Nello spettacolo, del quale sono appena terminate alcune repliche a Bergamo che hanno avuto un grande impatto sul pubblico ("Un'esperienza bellissima, e direi sorprendente, visto che è in romano antico: c'erano 900 persone e la reazione è stata meravigliosa"), la difficoltà maggiore, oltre alla fatica fisica, è senz'altro quella di concentrazione e di memoria: una vera e propria 'prova d'attore' che richiede grande esperienza. (segue)




