A Red Buff "The Californios"
La monta del Far west
Il cavaliere ha uno stile impeccabile. Cappello, camicia intonsa, copripantaloni in pelle (cinks). Sembra che dondoli sul suo cavallo portato a un galoppino leggero. Siamo a Red Bluff, California, dove questo 24, 25 e 26 aprile ha avuto luogo per il decimo anno la straordinaria gara di cavalli dei "The Californios". Per l'occasione in premio 3 selle da 35mila dollari. In questa "competition" la Monta alla Californiana raggiunge il suo massimo di espressione. Questo modo di cavalcare è davvero unico e particolare nel suo genere. Definirlo elegante è fin riduttivo. Il cavallo con il suo cavaliere si muovono come in una danza, anche se in realtà il loro lavoro riprende una antica tradizione del mestiere dei buckaroos, dei vaqueros americani. O più precisamente dei "va - que - roo" andalusi, ossia degli spagnoli che hanno conquistato queste terre californiane e hanno allevato il bestiame con le loro tradizioni. Questa monta risulta così armonica per il modo in cui il cavallo viene addestrato. L'animale viene "iniziato" con un bosal al posto del morso. Una cavezza fatta di pelle grezza (rawhide), che gli gira intorno al naso. Questo gli evita di subire il trauma del filetto che gli provocherebbe movimenti improvvisi, innaturali. Nel momento in cui il cavallo si é abituato a rispondere ai comandi attraverso questo bosal, gli si aggiunge lo spade bit, il classico morso californiano con guance in argento. Viene però mantenuto passivo fino a che il cavallo non si abitua a indossarlo. E' a questo punto che l'animale lavora in doppie redini, perchè il bosal non è stato ancora abbandonato. Rimane solamente ridotto di misura. L'animale è considerato "finito", quando gli si eliminerà definitivamente anche questo bosal. Nello spazio dedicato a "The Californios" l'atmosfera è tutta speciale. Pick up, trailers, donne e uomini di tutte le età, bambini e neonati. Anche cani. Tra un "Ahhh", un "Ohhh" e un "Good shot" ("bel lancio") - della "riata", lazo, spuntano solo cappelli di ogni stile. Alcuni non lo levano neppure al ristorante. Sembra obbligatorio indossare jeans e avere al collo un foulard di seta con ferma cravatta in argento. Sono tutti a tema, come fossero a una festa in maschera. Spiccano tra la folla tante teste grigie. Alla faccia della tintura, elegantissime signore portano con orgoglio i propri bei capelli grigi. Corti, ma anche lunghi fino quasi al fondoschiena. E sempre ben pettinati. L'attenzione e il tifo dominano la platea. Nomi importanti sfilano davanti ai giudici. Nomi che ai neofiti non dicono nulla, ma che in questo contesto provocano emozione, eccitazione. Stima. Sono tre giorni non stop di gare, che evidenziano l'espressione di una raffinatissima civiltà di un mondo selvaggio e incontaminato in cui alcuni di loro ancora lavorano. Non sono competizioni a tempo come nei rodei. La bravura viene giudicata attraverso particolari dei loro gesti abitudinari che mimano il vero lavoro quotidiano nel ranch con il bestiame. Il rapporto con gli animali è il punto di partenza. E quindi innanzi tutto i buckaroos vengono giudicati per come conducono il cavallo in bosal, in doppie redini o in spade bit. Vengono considerati per quanto è la misura dell'apertura del lazo e della distanza del lancio. Per come controllano il vitello e per come hanno trasmesso al cavallo l'istinto del modo di muoversi nei confronti del bestiame (cow sense).. Anche lo stile, come il senso sportivo vengono considerati nel punteggio. I concorrenti sono tanti. Sono divisi in squadre quando devono dimostrare come marchiare il vitello o come vaccinarlo. Gareggiano da soli quando devono far vedere come il loro cavallo sia capace di muoversi. Con impercettibili comandi sanno partire al galoppo, frenare di colpo, indietreggiare, muovere le zampe con grazia a seconda del senso di marcia. Come pure girare su se stessi come delle trottole. Anche i finimenti dei cavalli hanno uno stile unico. Le selle di pelle sono tutte intarsiate a mano. Come le redini. Disegni di fiori e bacche. E l'argento! Non c'è punto che non abbia una fibbia, un ornamento con questo metallo. Anche questi sono tutti lavorati a mano. I buckaroos, contrariamente a quanto si possa pensare, non fanno tutto questo per snobismo. Sostengono che essere eleganti li faccia sentire fieri e questa fierezza venga trasmessa automaticamente al cavallo. Questo atteggiamento influisce positivamente sul portamento di entrambi. Oggi questa disciplina sta diventando sempre più importante fin a essere sbarcata anche in Europa. In Italia. Una rappresentante di questa passione è Natalia Estrada (spagnola e italiana di adozione), che ha addirittura trasformato questa sua attitudine in un lavoro. Anche lei è presente alla manifestazione. Con un nuovissimo taglio alla maschiaccio, tipo Demi Moore anni 80, dice che già da tanti anni si sta nteressando a questo stile di monta e che adesso scrive su giornali di settore e racconta l'arte nei suoi libri. I tre giorni sono terminati. L'atmosfera è così calda e profuma ancora così tanto di far west, che da lontano sembra addirittura spuntare un John Wayne anni 60. Sarà lui?