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F1, l'accusa di Rosberg

"Costretti a fisico da modelle"

Dario Mazzocchi
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Per correre in Formula 1 ci vuole un fisico bestiale: chilometri e chilometri con ogni condizione meteorologica ad altissima velocità, dover sopportare la pressione, l'aria, lo sforzo dei muscoli e quant'altro. Ma secondo Nico Rosberg, della Williams, oggi i piloti delle monoposto hanno un fisico da modelle e tutto per colpa del Kers, il marchingegno montato sulle vetture per recuperare l'energia dispersa in frenata e tradurla in altrettanta velocità. Rosberg oggi è stato il più veloce nelle prove libere del Gran premio di Spagna, ma si ricorda bene quanto accaduto a Fernando Alonso della Renault nella prova del Bahrain solo due settimane fa, quando lo spagnolo ha rischiato di svenire e perdere i sensi. “A Sakhir – ricorda il tedesco – alcuni piloti hanno chiuso la gara privi di conoscenza e ho motivo di credere che questo sia dovuto alle pressioni alle quali siamo sottoposti per perdere peso, per permettere alle monoposto di rientrare nei parametri, specialmente da quando si monta anche il Kers”. "Un rischio per la sicurezza" - Rosberg spiega la sua teoria scientificamente: secondo il corridore della Williams il peso del Kers è decisivo e l'aumento da 605 a 620 kg del peso consentito tra monoposto e pilota, stabilito già dalla Fia, ma solo per la prossima stagione, non rappresenta una soluzione. “Io credo sia molto importante intervenire con maggiore energia su questo tema, perché altrimenti si entra nell'ottica di spingere il pilota a perdere ancora e ancora peso, come gettarsi nel vuoto con gli sci”, ha dichiarato. “Se monti il Kers puoi finire fuori dalle norme e allora ogni grammo che un pilota può perdere può significare molto. Ma io non credo che questa possa essere una soluzione. La norma prende in considerazione il peso complessivo e per i piloti non cambia nulla. Sarà sempre importante essere più leggeri. Mentre bisognerebbe tenere fuori il pilota dalla bilancia”. Un disagio che potrebbe portare a grossi guai in tema di sicurezza: “Se ci ritroviamo con dei piloti senza conoscenza alla fine delle gare, bisogna cominciare a valutare il fatto in termini di sicurezza. Non è salutare finire la gara senza conoscenza. Un pilota deve gareggiare in condizioni di temperature altissime e di disidratazione. È una mia opinione, ma io credo che perdere peso influenzi queste condizioni”. Webber: io peso come dieci anni fa - Ma non tutti sembrano pensarla allo stesso modo. Il primo fra tutti è proprio Alonso che ha voluto ricordare che in Barhain il problema era dovuto al radiatore della macchina “che faceva entrare aria caldissima nell'abitacolo ed è per questo che ho perso durante la gara cinque chili e mezzo”. Una “cosa anormale”, l'ha definita il pilota spagnolo. Più ironico il commento di Mark Webber della Red Bull e presidente dell'associazione piloti (Gdpa). “Peso oggi quanto pesavo dieci anni fa”, ha detto l'australiano. “Non ho bisogno di perdere peso perché so come ci si deve comportare per mantenermi in salute e per rispondere alle esigenze dei regolamenti. Se qualche pilota è preoccupato per il suo peso, sarebbe il caso che comprenda qual é il giusto compromesso tra la necessità di disputare un Gran Premio, con la conseguente stanchezza, e la performance della sua auto”.

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