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Calcioscommesse, Doni: "Conte sapeva tutto"

Cristiano Doni e Antonio Conte

L'ex capitano dell'Atalanta accusa il mister della Juve. E si scopre che la "Dea" ha pagato a Cristiano lo stipendio anche dopo la squalifica...

Andrea Tempestini
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  A Cristiano Doni, ex icona dell'Atalanta, sono stati comminati cinque anni e mezzo di squalifica, mentre alla squadra due punti di penalizzazione per responsabilità oggettiva. Di fatto, per la giustizia sportiva, l'ormai ex fantasista avrebbe fatto tutto da solo, come ha raccontato ai magistrati: voleva che la sua squadra tornasse in Serie A, e si era adeguato alle combine per favorire la Dea. Per inciso, il gip Guido Salvini non crede a questa versione: "Doni - ha scritto nell'ordinanza - agiva per conto di imprecisati dirigenti dell'Atalanta". Chi siano, però, ancora non si sa: ne segue che, per la giustizia sportiva, l'Atalanta non sapeva. Lo stipendio pagato - Ed è a questo punto della storia che emerge un fatto interessante, messo in evidenza da ilfattoquotidiano.it: l'Atalanta ha continuato a pagare lo stipendio a Doni fino al termine del suo contratto, il giugno scorso. Fanno 27mila euro al mese, pagati anche dopo l'arresto e la confessione. Un unicum, poiché tutte le altre squadre coinvolte nello scandalo del calcio-marcio hanno bloccato ogni pagamento ai loro atleti macchiati dalle scommesse (e lo stesso fece proprio l'Atalanta con Andrea Masiello).  Il bar sulla spiaggia - Sempre ilfattoquotidiano.it è andato a cercare Doni, a fargli qualche domanda. L'ex Atalantino ha aperto un beach bar sulla spiaggia di Palmanova, a Maiorca, e il suo socio è un altro indagato, Filippo Russo, ristoratore di Bologna. Gli viene chiesto se lo stipendio sia servito a pagare il suo silenzio. E lui? Sorride. "Tu devi essere una persona intelligente - risponde al cronista -. Secondo te, ora che sono quaggiù e che le acque si sono calmate, vengo a raccontarti certe cose?". Silenzio, insomma. L'accusa a Conte - Il silenzio però viene parzialmente rotto quando si parla di Antonio Conte, l'allenatore della Juventus, finito a processo per i fatti che risalgono a quando era il mister del Siena. "Anche perché mi sono rotto di raccontare stronzate - sbotta Doni -. Si sapeva che quelle partite del Siena sarebbero finite così, lo sapeva da inizio anno. Lo sapevamo che noi dovevamo arrivare primi". Ma il succo è che anche Doni, come altri ex giocatori del Bari, punta il dito contro Antonio Conte, affermando che "sapeva tutto"..  

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