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Formula Uno, Ungheria: Ricciardo batte Alonso, rimonta di Hamilton, terzo

Ignazio Stagno
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Formula1 Gp d'Ungheria: Ricciardo e Alonso incontenibili fanno fuori le Mercedes Meraviglioso Ricciardo, volpone Alonso. Sono loro due che meritano la copertina del GP d'Ungheria, circuito tradizionalmente foriero di sorprese e di capovolgimenti di fronte. L'australiano e l'asturiano fanno primo e secondo, portano a casa il miglior risultato in una situazione difficile,ma soprattutto tengono dietro le dominatrici Mercedes, qui come non mai tanto forti quanto imperfette. Alla vigilia tutti erano stati chiari: su una pista di questo tipo è obbligatorio farsi trovare pronti. Daniel e Fernando hanno risposto presente. Sono stati cinici e lungimiranti, lucidi e calcolatori, tempestivi e aggressivi. Ha lavorato bene la squadra, hanno guidato divinamente loro. In una domenica dal tempo ballerino e dall'incidente facile, hanno fatto di necessità virtù e raccolto bottino pieno. Nando mette come al solito tanto gas e tanto cuore, costruisce il fortino per poi difendersi col coltello tra i denti nelle battute finali. Ricciardo, al contrario, pazienta, gestisce, per poi scatenarsi fedele alla sua indole arrembante e ripetere lo show di sorpassi oramai marchio di fabbrica. Due modi diversi, due condotte lontane, eppure ugualmente efficaci. Questione di fame, di voglia, di sete di champagne che dopo molto, troppo tempo porta ad affondare il colpo appena il rivale scopre il fianco. Rosberg e la sua squadra sbagliano tutto quanto potevano sbagliare e si svegliano tardi, Hamilton si riappacifica con la sorte ma non basta. Gli alfieri di Red Bull e Ferrari gongolano e sorridono, esultano sul podio fieri e tronfi, si ritrovano finalmente “wheel to wheel” nelle posizioni che contano. Nulla è cambiato, tutto è uguale. Le Frecce d'Argento, pur fragili come il cristallo, permangono su un altro livello e torneranno dalla pausa estiva sempre da padrone. Nel frattempo, però, questi ragazzi non mollano e rilanciano alla prossima. Le due “nemiche” degli ultimi anni, in attesa di competitività costante, trovano punti di contatto e si affidano ai loro pupilli: scugnizzi avidi, spregiudicati, semplicemente campioni incontenibili. di Giulia Volponi

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