Il commento di Fabrizio Biasin "Calciopoli, vecchia lite che nasconde nuovi guai"
La settimana più brontolona del 2014 (calcisticamente parlando, per carità), non poteva non terminare con una bella dose di questioni calciopolaie. La faccenda è sempre la solita: gli juventini dicono che - a proposito di titoli revocati e riassegnati - hanno ragione; gli interisti rispondondono che no, hanno ragione loro. Ovviamente si parla dello scudetto 2006 assegnato ai nerazzurri «a tavolino» e della retrocessione d'ufficio in serie B della Signora. Gli ingredienti della zuppa messa a cuocere dai «soliti» Agnelli, Moratti e dalla new entry Thohir sono gli stessi da 8 anni: i tifosi juventini urlano «cartonati, prescritti, ladri!», gli interisti rispondono con «retrocessi, farabutti, ladri!». Sul «ladri!», insomma, son tutti d'accordo. Che si faccia il tifo per l'una o per l'altra fazione le certezze sono due: 1) Non si arriverà mai a una soluzione nei secoli dei secoli. Una volta si fece un tentativo con il cosiddetto «tavolo della pace» e andò tutto a puttane in men che non si dica. 2) Tutte le volte che i contenuti della querelle tornano a galla, i tifosi di Inter e Juve si arrovellano per cercare nuovi ed originalissimi modi di insultare l'avversario e si scordano di tutto il resto; delle rogne del presente, ad esempio. Lusso vero per chi gestisce i club. Per indenderci: parliamo di Calciopoli e lasciamo da parte Mazzarri, la sua Inter in panne, i problemi societari legati al vecchio patron e le questioni relative al debito mostruoso del club. Dall'altra parte invece si finge che in settimana nulla sia accaduto, che il «pianto greco» conti relativamente, che il rischio di uscire dai gironi di Champions per il 2° anno di fila sia poco significativo di fronte al tema più importante dai tempi della peste bubbonica: Calciopoli. Sembra quasi che i dirigenti interessati di tanto in tanto tirino fuori le vecchie beghe per nascondere alle rispettive tifoserie quelle nuove. Ma son certamente cattivi pensieri di noi che non capiamo quanto sia importante gridare al mondo i vecchi e attualissimi mantra. E allora: «Cartonato, prescritto!». E ancora: «Retrocesso, ladro!». La grande bellezza. di Fabrizio Biasin