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MotoGP Australia da Brave Hearts: Marc, Vale e compagni cuori impavidi

Giulio Bucchi
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La gara più bella della stagione in una cornice da cartolina. Phillip Island non poteva regalare miglior risveglio o sogno nell'alba italiana, cui è mancato solo il doppio podio tricolore quale massimo giubilo. Marquez, Lorenzo, Iannone e Rossi, in stretto ordine d'arrivo, hanno realizzato un capolavoro, un romanzo avventuroso tra pathos, dramma e colpi di scena. La velocità, i sorpassi e l'evoluzione della corsa hanno reso il terzultimo appuntamento del Motomondiale un qualcosa difficile da spiegare a parole, tale è stato il condensato di emozioni prodotto; sicuramente vale il promo di uno sport capace di fascino e adrenalina come pochi altri. Andrea Iannone che si infila nel cambio direzione bruciando sia Valentino che Marc è il poster pubblicitario di una pista in cui conta relativamente la tecnica moltissimo il coraggio, che poi è forse il succo dei quattro sopra e della storia in sé: “brave hearts”, cuori coraggiosi. Non c'è il previsto dominio spagnolo, la resurrezione targata “46” oramai è un “must” e la tenacia ducatista con l'aiuto di un motore supersonico ripaga le illusioni e delusioni rosse della stagione. Le tre macchie rosso-giallo-arancione sono gli alfieri di una filosofia, eccellono in generosità, danno e prendono, confermando la loro indole impavida amante della bagarre. Un filino dietro nella speciale classifica sta il maiorchino, solo perché per la maggior parte fedele alla sua interpretazione e piano d'assalto, sebbene sorrida sollevato alla fine dei conti, in quanto poi son quelli che valgono. Nella terra selvaggia, battuta dalla brezza dell'oceano, sono dunque emersi quattro guerrieri con quattro cavalli di razza, hanno lottato, hanno creduto e hanno incarnato l'essenza del motociclismo: rapidità di pensiero e movimento, audacia, sensibilità, abilità. In chiave mondiale è un altro discorso, ma almeno a caldo ognuno indistintamente ha provato orgoglio e carica al di là della beffa compiuta o subita. Rimangono due tappe, ancora due possibilità di battaglie per un perfetto epilogo di un campionato mai così combattuto: è la speranza degli appassionati e forse degli stessi piloti, per un motivo o per l'altro. Australia, MotoGP, Marquez, Lorenzo, Iannone e Rossi: Braveheart, una sceneggiatura da film non avrebbe potuto esser all'altezza. di Giulia Volponi

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