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Red Bull X-Alps, mille chilometri in parapendio: gli uomini volanti sopra le Alpi

Da Salisburgo a Monaco superando a piedi e in volo le montagne, a terra un team per l'appoggio via radio. In gara 3 italiani

Giulio Bucchi
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Senza scomodare il mito di Icaro e improbabili scenari alla James Bond, le Alpi saranno per la sesta volta la quinta scenica mozzafiato per il Red Bull X-Alps, decima edizione di un appuntamento biennale che ha preso il via nel 2003, diventando da subito un riferimento e un punto di arrivo per tutti gli adepti della disciplina. In sintesi, per noi profani, dal 7 luglio, 32 parapendisti (provenienti da 21 nazioni) fra i più forti al mondo faranno a gara a chi arriverà per primo nel Principato di Monaco: più di 1.000 km da percorrere a piedi o in volo  nel più breve tempo possibile. Perfino di notte, dato che da questa edizione ciascun atleta potrà infatti sfruttare un “Night Pass”, che permetterà di avanzare a piedi anche con il buio, in una sorta di no-stop della mente e del fisico. Bisognerà obbligatoriamente raggiungere dieci turn point (punti di aggiramento) e poi scegliersi il miglior punto da cui decollare. Luoghi spettacolari e insidiosi, come salire sulla vetta dello Zugspitze (2.962 m), la montagna più alta della Germania, oltrepassare l'Oberland Bernese e salire fino al Cervino (4.478 m), una delle tappe più scenografiche del tragitto. Per chi sarà ancora in gara la sfida si trasformerà in una battaglia tattica, anche se ci sarà tempo per godere da privilegiati di un tour panoramico unico,  mentre si troveranno ad attraversare il dipartimento delle Alte Alpi inerpicandosi sui pendii del Monte Bianco (4.810 m), prima di dirigere a sud, direzione Alpi Marittime, verso l'agognata la meta finale di Monaco. Senza scadere nella retorica, Mike Küng, del Team AUT2, ha commentato: «Il Red Bull X-Alps è l'ultima vera avventura in parapendio e la più grande sfida al mondo: non ha eguali». I migliori - Requisiti? Il primo è possedere una grande esperienza di volo: l'iscrizione infatti è una sorta di club a inviti, gli atleti inviano il loro curriculum via web e vengono selezionati da una commissione apposita. Ecco perché il livello è altissimo, il gruppo di prescelti una vera élite. In più, è necessaria un'eccezionale capacità di resistenza: non è, infatti, cosa insolita per gli atleti percorrere a piedi fino a 100 km al giorno.   L'edizione 2011 è stata vinta da Christian Maurer (SVI) in 11 giorni, 4 ore e 22 minuti. Ma fare previsioni sul possibile tempo d'arrivo è complesso, lo spiega a Libero Aaron Durogati, 26enne di Merano che, tanto per gradire, oltre ad un curriculum da fare invidia (maestro si sci e proprietario della scuola di volo tirolfly.com), nel 2012 ha pure vinto la Coppa del Mondo: «Si sa quando si parte ma non quando si arriva, con tempo buono si potrebbe fare anche in 10 giorni, altrimenti in 13. L'ideale sarebbe percorrere una trentina di km a piedi e 150 in volo».  Aaron sarà seguito (così come ogni altro atleta) da un team a terra composto da due persone, la fidanzata Renata e l'ingegnere informatico Ondrej: «Senza di loro sarebbe inutile anche solo partire. Renata, che è anche la mia personal trainer, e Ondrej seguiranno il meteo in tempo reale, mi indicheranno le strategie di volo e i sentieri migliori da percorrere, il tutto via radio oppure via telefonino». I pericoli sono quelli classici legati alla disciplina, soprattutto variazioni improvvise di condizioni meteo. «Certo, non ci saranno pericoli di sovraffollamento, visto che siamo una trentina su un percorso lungo dalle mille possibilità di scelta. Pensate che in Colombia, al mondiale, eravamo in 140, con start simultaneo e un percorso di 100 km». "Il mio sogno" - Ma per Aaron cosa rappresenta l'X-Alps? «È il coronamento di un sogno, quando avevo 16 anni e hanno disputato la prima edizione me lo ero prefissato come obiettivo principale della mia carriera». Solo partecipare? «In realtà io sono molto competitivo e se sono qui non è per arrivare “esimo”. È vero, il volo è per me piacere e libertà, ma è anche il mio sport come potrebbe essere lo sci o il calcio per qualcun altro, e lo affronto da professionista».  Salito sul parapendio per la prima volta a 6 anni, è stato iniziato al volo da papà Rolando, scomparso in un incidente di per-Coppa del Mondo in Sudafrica nel 2011: «Era un grande pilota, il mio maestro, lo sento sempre con me. Purtroppo gli incidenti capitano, il volo però era la sua vita, gli ha dato tanto e ha dato tanto anche a me». Mai avuto paura o la tentazione di smettere? «Smettere no, paura spesso. E per fortuna, altrimenti se non ce l'hai ti fai male, è garantito, non puoi fare lo scemo. Io una volta con la vela da speed riding, mi sono fratturato un piede: di solito si usa con gli sci in montagna, io quel giorno ero scalzo... ». Niente avventatezza, dunque, magari qualche rito scaramantico? «Quello sì, prima di ogni gara vado in chiesa, mi dà serenità. E poi nel casco porto sempre il santino di San Michele Arcangelo». Seguire Durogati sarà possibile collegandosi al sito redbullxalps.com, dove oltre agli ormai consueti twitter e facebook, è disponibile un “live tracker” per ogni atleta, aggiornato via Gps ogni 2 secondi. A far compagnia ad Aaron altri due italiani mica male. Ci sarà Peter Gebhard (al primo Red Bull X-Alps), che nel 2008 ha rischiato la vita dopo un brutto incidente ma a luglio 2012 ha stabilito il record di volo di 277 km in 9.5 ore attraverso l'Austria e le Alpi italiane: Questo sarà il suo primo Red Bull X-Alps. E poi Andy Frötscher, 43 anni, semplicemente una leggenda, che ha preso parte a tutte le edizioni dell'X-Alps. di Tommaso Lorenzini

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