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La Juve è più forte del Napoli, questione di numeri e testa. Solo il gioco può salvare Sarri

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Eliana Giusto
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Rifiatare. Almeno questo dovrebbe essere il significato di "pausa", ma non se in ballo ci sono i playoff per i Mondiali e una caldissima lotta scudetto. Così la Juve perde 16 giocatori, compresi gli infortunati Mandzukic («nessuna lesione», twitta la Croazia) e Benatia. Nel frattempo, Napoli festeggia il ritorno anzitempo di Maksimovic per un problema al ginocchio: ora sono "solo" 12 gli azzurri lontani da Castel Volturno. Nonostante i numeri di Inter, Lazio e Roma, la lotta scudetto sembra ancora un discorso tra i partenopei e la Juve, tornata a -1 grazie al pari degli azzurri col Chievo. «Capita, alla fine abbiamo una striscia positiva di 24 partite. Dopo la sosta, dobbiamo rialzarci e battere il Milan», dice Hamsik dal ritiro della Slovacchia. «Ci sono cinque squadre in tre punti. Perdere qualche punto capiterà a tutti». Già, ma viene da chiedersi se il Napoli dei record, quello degli applausi a scena aperta, riuscirà a resistere al ritorno della Signora. La squadra di Allegri fatica, è vero. Arranca in alcuni dei suoi uomini migliori (Dybala) e mette sotto pressione il tecnico, che in Francia tornano a indicare come successore di Emery al Psg. Eppure è di nuovo lì, vicinissima alla vetta. E può contare su almeno tre armi per vincere il settimo scudetto. A Sarri e soprattutto ad Aurelio De Laurentiis - per il quale la Procura Figc ha chiesto l' archiviazione, insieme al club, in merito ai presunti favori a esponenti della criminalità organizzata - il compito di trovare le contromisure da qui alla fine di gennaio. Perché la questione è strutturale: il Napoli si basa su un undici predefinito e quasi immutabile. Lo dicono i numeri degli undici titolarissimi, che hanno disputato più di mille minuti (Insigne ha giocato più di Reina con 1.533', Mertens-Callejon e Koulibaly sono praticamente insostituibili), mentre la prima riserva è Zielinski, staccatissimo a 737'. In tutto sono 15 i giocatori davvero "utilizzati", con Diawara, Maggio e Chiriches sopra il minimo sindacale di 300' giocati. Così si spiega la fatica di Mario Rui a calarsi nei panni di Ghoulam con appena un' ora passata in campo coi compagni (69'). Anche un grande colpo invernale, insomma, avrebbe bisogno di tempo per inserirsi. Perché il gioco di Sarri non permette improvvisazioni - ed è questo il secondo punto -, mentre gli esperimenti di Allegri consentono a tutti di diventare protagonisti all' occasione. Il ritorno di Asamoah ne è la prova e persino Bernardeschi è stato determinante con la Spal nonostante i 283' disputati. Ben 19 compagni hanno giocato più dell' ex viola. Facendo i conti, Allegri ha dovuto spremere finora appena otto uomini. Non ha ancora in mente l' undici migliore? Forse, ma intanto la Juve corre senza sprecare troppe energie. La Signora potrebbe così essere più pronta nel momento decisivo della stagione. A Torino sanno come si vince, anche con tre impegni da gestire. Mentre il Napoli, se non riuscirà nel miracolo di raddrizzare il girone di Champions, potrebbe trovarsi a dover gestire la tensione di primavera insieme con la grana dell' Europa League al giovedì. Ne resterà soltanto una, a meno di sorprese. di Francesco Perugini

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