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Il Milan torna in Europa e ora iniziano i guai: prima di comprare, si deve vendere

Giulio Bucchi
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La situazione è la seguente: il Milan rientra in Europa, ovvero torna a giocare l'antica Coppa Uefa conquistata sul campo. Lo ha specificato il Tas di Losanna, organismo esterno all' Uefa ma che può decidere la mia e tua sorte senza che tu possa dire «beh». Il Tribunale Arbitrale dello Sport tira una mazzata (morale e sostanziale) all'Uefa, che un mese fa sentenziò: «Niente Coppe per i rossoneri per una questione di mancato pareggio di bilancio». Ma facciamo un passo indietro che forse è meglio. L' Uefa ce l' aveva con Li, l' ex proprietario cinese dei rossoneri, attualmente svanito nel nulla. Di fronte alla richiesta del Milan di arrivare a un patto sanzionatorio per questioni di «gestione allegra nell' ultimo triennio», i capi del calcio risposero: «Non avete solo un problema con la gestione passata, ma anche con quella presente e, soprattutto, con quella futura: niente coppe». I capi del calcio, per dirla tutta, non volevano che uno speculatore finito in un giro di prestiti a tassi esagerati potesse essere «parte del sacro calcio europeo». Legittimo, ma pretestuoso. Il nodo Li - Tra la decisione della commissione e quella di ieri, però, sono cambiate molte cose: Li ha mollato il colpo, il Milan è passato ad Elliott, ovvero il fondo creditore nei confronti del Diavolo di circa 350 milioni (gli oltre 300 più interessi prestati un anno fa proprio a Li per concludere il famoso closing). Il fatto che il fondo multimiliardario si sia fatto garante per la gestione presente e futura del club (almeno 3 anni) ha convinto i signori del Tas secondo il seguente ragionamento: «I conti sono a posto, il cinese non c' è più, la continuità è assicurata e, quindi, il Milan per noi può giocare la sua Europa League». Questa e altre questioni sono state chiarite in un comunicato dove si specifica che «la decisione dell' Uefa è confermata nella parte in cui stabilisce il mancato adempimento del requisito del pareggio di bilancio» ma «è annullata nella parte in cui stabilisce l' esclusione dalla prossima competizione Uefa» e, quindi, «il caso è rinviato all' Uefa per l' irrogazione di una sanzione disciplinare proporzionata». Tradotto: il Milan tornerà a farsi giudicare dall' Uefa che potrà accordare il Settlement Agrement (il «famoso» triennio di limitazioni imposte dal mancato rispetto delle regole del fairplay finanziario) o imporrà sanzioni alternative di qualche genere. Fine della fiera? Più o meno. Il tifoso del Milan si domanda: «Sì, bello tutto, ma il mercato?». La stessa cosa se la chiede Rino Gattuso, tecnico intoccabile e «a prova di Conte» (ieri i rossoneri hanno battuto il Novara 2-0 nella sgambata di Milanello con gol di Suso e Calabria). Ebbene, il mercato presto si sbloccherà ma, attenzione, proprio il ritorno in Europa impedirà di spendere e spandere e tutto dovrà passare da una gestione oculata e a saldo zero (o quasi). E allora sì, Morata è un obiettivo concreto, ma per arrivare allo spagnolo Mirabelli (forse coadiuvato da Leonardo) dovrà monetizzare attraverso una o più cessioni. Chiudiamo con le dichiarazioni del portavoce del fondo: «Elliott è felice di aver supportato l' Ac Milan davanti al Tas (...) Ora lavoreremo duramente per ricostruire la credibilità del Club (...) nel pieno rispetto delle regole del fairplay (...) Questa ricostruzione non sarà un progetto a breve termine». Ancora più diretto capitan Bonucci: «Riconquistato ciò che avevamo raggiunto sul campo» (anche se la sua permanenza resta in dubbio, ma questo è un altro discorso). di Fabrizio Biasin

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