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Paolo Maldini, Fabrizio Biasin: quanto vale il suo ritorno al Milan

Davide Locano
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Da molti anni tutti si domandavano: «Perché Maldini non ha un ruolo al Milan?». Già, perché? Le leggende si sprecavano e si sprecano ancora (la lite con una piccola parte della tifoseria, il rapporto con la vecchia proprietà...), ma ormai contano nulla: Maldini torna in rossonero con un ruolo che oggi ci spiegherà in conferenza. Parliamoci chiaro: è importante capire «cosa farà», ma per il Milan è ancora più importante poter celebrare un ritorno che «sportivamente» è paragonabile a quello di Ulisse a Itaca. L'odissea di Paolo - figlio di cotanto padre, insieme a Baresi capitano dei grandi trionfi berlusconiani, simbolo di una grandeur oggi smarrita - finisce qui e consente al «nuovo Milan» di portare a casa un altro top-player dopo Higuain. Certo, Maldini dall'alto dei suoi 50 anni non metterà piede in campo, ma per mister Gattuso trattasi di «monumento» in grado di dare una mano nei momenti difficili, qualcuno a cui aggrapparsi semmai le difficoltà dovessero tornare ad affacciarsi dalle parti di Milanello. Ci aveva provato anche l'ex ad Fassone a convincerlo, ma all'epoca le parti non trovarono un'intesa e «il capitano» fece intendere che il progetto non lo convinceva del tutto. Questa volta no, Maldini ha «pesato» la consistenza degli americani (il fondo Elliott, proprietario dell'ambaradan) e ha deciso che ne valeva la pena. Leggi anche: Così Higuain al Milan ha stravolto il calciomercato Godono i tifosi e, legittimamente celebrano Leonardo, in sella da una manciata di giorni (almeno ufficialmente) e già in grado di ridare entusiasmo ad un ambiente che aveva la tremarella: ha trovato il bomber, ha spedito al mittente un capitano che capitano non voleva essere, ne ha riportato a casa uno che ha fatto la storia dei rossoneri. Anzi, del calcio. di Fabrizio Biasin

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