Dietro ogni grande allenatore... I mister "ombra" della Serie A
Se dietro un grande uomo c' è sempre una grande donna, accanto a un grande allenatore non può mancare un ottimo vice, capace di compensarne i limiti sportivi e umani per creare un tandem ideale. Ecco perché in queste ore a Manchester fioccano i pettegolezzi su Josè Mourinho. Le tensioni dell' estate, le liti con Martial e Pogba, le insistenti voci di dimissioni: dietro il nervosismo dello Special One ci sarebbe l' addio di Rui Faria, il suo storico braccio destro che, per motivi familiari, ha da poco spezzato un connubio iniziato nel 2002. Mandando Mou fuori giri. D' altronde, nel mondo del calcio sempre più professionistico ed evoluto, gli staff sono diventati importantissimi tra collaboratori, tattici e analisti. Lo ha ribadito la lite tra Inter e Chelsea per Giovanni Martusciello, che non è il vice di Spalletti (quello è Marco Domenichini), ma un collaboratore molto apprezzato che Maurizio Sarri avrebbe voluto con sé a Londra. Nel recente passato, non si può dimenticare lo sfortunato Tito Vilanova, erede di Pep Guardiola al Barcellona prima di arrendersi al tumore. Vilanova dimostrò che spesso i vice hanno grandi capacità tecniche, ma sono spesso considerati - a torto o a ragione - non abbastanza carismatici per guidare un gruppo vincente. Tra i «secondi» che ce l' hanno fatta, bisogna citare Aurelio Andreazzoli. Anche se ha dovuto aspettare i 64 anni per uscire dall' ombra di Luciano Spalletti e stupire tutti a Empoli. Non sarà sorpreso Rodrigo Taddei, che gli aveva dedicato la sua finta più celebre. Per scrollarsi di dosso Antonio Conte, a sua volta, Massimo Carrera ha dovuto emigrare allo Spartak Mosca. Oggi in bianconero il numero 2 è Marco Landucci, al fianco di Massimiliano Allegri sin da Cagliari (2008) nelle diverse vesti di vice o preparatore dei portieri, come al Milan. Lì infatti c' era un monumento della categoria, Mauro Tassotti, che in rossonero ha fatto la storia e oggi affianca Shevchenko nell' Ucraina. Carletto, non potendo averlo con sé al Napoli, ha scelto suo figlio Davide. Nel Diavolo ora tocca a Gigi Riccio, l' alter ego di Rino Gattuso in panchina. Spettacolo garantito con la coppia De Zerbi-Possanzini a Sassuolo: un fantasista e un bomber sono insieme dai tempi del Foggia. L' incontro con Simone Inzaghi nella Primavera della Lazio ha cambiato la carriera di Massimiliano Farris, ma a spingerlo verso la panchina fu il suo allenatore nella Sangiovannese: Sarri. In biancoceleste nel 2009 era nato anche il rapporto tra Carlo Regno e Davide Ballardini: dura ancora al Genoa. Il sodalizio tecnico più duraturo è, però, quello tra Walter Mazzarri e Nicolò Frustalupi: il figlio di Mario ha affiancato l' attuale allenatore del Torino a Pistoia nel 2002 e lo ha accompagnato al Livorno, alla Reggina, alla Samp, al Napoli, all' Inter, al Watford e ora in granata. Un po' come ha fatto Giacomo Murelli con Stefano Pioli tra Modena (2004), Parma, Grosseto, Piacenza, Sassuolo, Chievo, Palermo, Bologna, Lazio, Inter e oggi Fiorentina. Altrettanto lungo ma un po' meno travagliato è stato il legame tra Tullio Gritti con Gian Piero Gasperini, da Genoa all' Atalanta. Da Trieste a Cagliari hanno viaggiato insieme Maran e Maraner, uniti anche dal cognome. Ma nessuno può vantare un rapporto intimo come quello tra Eusebio Di Francesco e Francesco Tomei: i due collaborano dai tempi della Berretti del Pescara (2009) e sono amici d' infanzia. di Francesco Perugini