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Rolando Mandragora escluso dalla Nazionale per le bestemmie in campo in Udinese-Samp

Matteo Legnani
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È successa questa cosa curiosa, non inedita, molto «italiana». Il giocatore assai talentuoso conosciuto con il nome di Rolando Mandragora è stato squalificato per una giornata per una faccenda di bestemmioni detti a favore di camera. Eviteremo di riportare il virgolettato preciso ma, fidatevi, ha tirato giù mezzo calendario. La cosa non è passata inosservata ai responsabili della giustizia sportiva che hanno utilizzato la prova tv e squalificato il ragazzo (21 anni) per un turno. Tutta la vicenda ha fatto parecchio parlare, persino all' estero (in Inghilterra diversi media hanno «fedelmente» riportato gli accidenti mandragoreschi) e ci si è divisi tra chi ha detto «è giusto così, in fondo c' è un regolamento da rispettare» e chi si è risentito («se il metro è questo presto in serie A giocheranno solo 3 o 4 timorati di Dio»). Giudice inflessibile - In effetti si sa che il campo da gioco è spesso teatro di scene molto poco ortodosse con calciatori - anche più famosi del Mandragora - che smoccolano come neppure nelle peggiori osterie marsigliesi. In questo caso il giudice si è fatto forte del principio secondo cui non è decisamente possibile equivocare (no, Mandragora non ce l' aveva proprio con un suo zio alla lontana) e in definitiva la cosa sembrava finita lì. Ma invece no. Destino vuole che tra oggi e domani si completerà il turno di campionato che ci porta alla straordinaria e sempre gradita (leggi alla voce «sarcasmo») pausona per la Nazionale, con relative convocazioni del ct Roberto Mancini attese per oggi (inizia la nuova competizione Nations League, contro Polonia e Portogallo). Ebbene, Mandragora, già una presenza con la Nazionale maggiore nel recente test contro la Francia e futuro assai promettente, avrebbe dovuto far parte dell' elenco ma a quanto pare è stato escluso e «retrocesso» con l' Under 21 per una questione di «codice etico» non rispettato. Insomma, siamo all' esasperazione del principio secondo cui «se ti scappa il bestemmione, allora in Nazionale non ci puoi venire». Ora, detto che siamo tutti d' accordo - bestemmiare è pratica barbara e sinonimo di devastante ignoranza - non possiamo far finta che questo sia esempio massimo di «ipocrisia all' italiana». Figli e figliastri - Nel corso degli ultimi anni abbiamo osservato giocatori ben più importanti di Mandragora esplodere in mondo-visione come dei Ceccherini qualunque (sì, il comico cacciato dall' Isola dei Famosi per eccesso di confidenza con l' Altissimo), ma per costoro si è sempre scelto di chiudere entrambi gli occhi. Con Mandragora no: sarà che così si dà l' esempio a tutti, sarà che non si tratta di un giocatore attualmente «indispensabile», ma il dato di fatto è che finiamo ancora una volta a tirare in ballo «codici etici» che in teoria non dovrebbero essere competenza dei tecnici azzurri, al limite di mamma e papà. Fine della questione, in fondo presto ci dimenticheremo di questo mini-caso, soprattutto se mister Mancini riuscirà a dare un' identità a codesta Nazionale zoppicante, forse peccatrice, ma blasfema mai, sia messo per iscritto. di Fabrizio Biasin

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