Caso Koulibaly, il sindaco Sala si scusa
Milano, 27 dic. (AdnKronos) - "Quei 'buu' a Koulibaly sono stati una vergogna. Un atto vergognoso nei confronti di un atleta serio come lui, che porta con fierezza il colore della sua pelle. E anche, pur in misura minore, nei confronti di tante persone che vanno allo stadio per tifare e per stare con gli amici". Il sindaco di Milano Giuseppe Sala interviene così, con un post su Facebook, sulla vicenda dei cori razzisti indirizzati al difensore del Napoliin occasione della sfida di campionato vinta ieri sera 1-0 dall'Inter contro la squadra di Ancelotti con l'espulsione del francese a 10' dalla fine. "Non mi piace, per mia natura, pensare a cosa devono fare gli altri per risolvere i problemi della società in cui viviamo. Preferisco sempre partire da cosa devo fare io - prosegue Sala -. E in questo caso farò una cosa molto semplice. Continuerò ad andare a vedere l'Inter, ma ai primi 'buu' farò un piccolo gesto, mi alzerò e me ne andrò. Lo farò per me, consapevole del fatto che a chi ulula contro un atleta nero non fregherà niente di me. Ma lo farò". "L'Inter FC farà quel che ritiene. A me piacerebbe che a Empoli la fascia da capitano la portasse Asamoah. Nel frattempo chiedo scusa a Kalidou Koulibaly, a nome mio e della Milano sana che vuol testimoniare che si può sentirsi fratelli nonostante i tempi difficili in cui viviamo - conclude Sala -. Ieri sera sono andato allo stadio, seguendo quella passione che mi ha trasmesso mio papà, come credo sia per tanti tifosi. E quando vado a gioire e soffrire per i colori del mio cuore confesso che spesso penso a lui, a quando andavamo insieme a San Siro. Ho preso freddo, mi sono agitato, ho esultato per la vittoria dell'Inter. Ma sono tornato a casa avvilito". A commentare l'episodio, prima di Sala, era stato lo stesso Koulibaly, che su Twitter si è detto "orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo". Mentre nel post partita, anche l'allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, ai microfoni di Sky Sport ha stigmatizzato la vicenda: "Abbiamo chiesto per tre volte la sospensione della partita per gli ululati a Koulibaly. Sono stati fatti gli annunci dallo speaker, ma la partita è andata avanti. Ci sono stati ululati per tutta la partita e il giocatore non è stato lucidissimo - ha sottolineato il ct degli azzurri -. Al momento dell'espulsione era nervoso e il suo stato d'animo non era dei migliori. Solitamente è educato e professionale, ma lui tiene molto a queste cose. Vogliamo sapere quando una partita può essere interrotta. Altrimenti ci fermiamo noi la prossima volta, non importa se ci danno la partita persa". E al calciatore arriva anche la solidarietà di Kevin Prince Boateng, che si schiera al suo fianco: "Io sono, tu sei, siamo tutti Koulibaly", scrive sui social Boateng, oggi giocatore del Sassuolo. Proprio Boateng era stato bersaglio di cori razzisti nel gennaio 2013, quando militava nel Milan, da parte di alcuni tifosi della Pro Patria durante un'amichevole a Busto Arsizio. In quell'occasione Boateng lasciò il campo, un gesto che portò poi alla sospensione della partita.