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Luciano Moggi vuota il sacco: tutta la verità sulla retrocessione del Bologna

Davide Locano
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Siamo alla seconda giornata di ritorno e la situazione non cambia: la Juve sempre in fuga e gli altri ad inseguire. Il solo Napoli sta tenendo botta, anche se non riesce a diminuire il distacco che lo divide dalla capolista. E questa situazione va avanti ormai da tempo, costringendo i cronisti ad essere spesso ripetitivi. Meno male che ci sono il calciomercato e la sentenza della Corte d' Appello civile di Napoli, che riguarda la causa per danni intentata da Gazzoni. L'ex presidente del Bologna, infatti, vestitosi da vittima di Calciopoli, ha lasciato intendere che la sua squadra sia retrocessa per colpa della sconfitta casalinga subita ad opera della Juve in una partita a suo dire manipolata. Da chi e come non è dato però sapere, visto che l' arbitro di quella partita, Tiziano Pieri, è stato assolto in sede penale da qualsiasi addebito. Leggi anche: Moggi, la scomoda verità sugli scudetti di Roma e Lazio Finge ovviamente di non sapere che la sua squadra in quel campionato è retrocessa perché di 38 partite ne ha vinte solo 9, pareggiandone 15 e perdendone 14; 33 i gol fatti, 36 quelli subiti. È il trend di chi deve lottare per salvarsi, soprattutto quando subisci più gol di quelli che fai. Glielo dice la sentenza. Da parte nostra potremmo suggerirgli di leggere qualche intercettazione del presidente Figc di quel tempo, Franco Carraro, quando intima al designatore: «Mi sembra che a te non diano più retta (chi? Gli arbitri? ndr), visto quello che è successo alla Lazio. Domenica la Lazio va a Milano e non si può far niente (cosa intende? ndr) ma dalla prossima settimana deve essere aiutata. E non può retrocedere la Fiorentina perché sarebbe un danno per il campionato». Indubbiamente qualcosa è sfuggito a Gazzoni. Resta il fatto che se avesse fatto una squadra migliore non sarebbe retrocesso. Può darsi che non sia stato in grado economicamente di sostenere il Bologna e quindi costretto a fare quello che non doveva... d' altra parte, se è stato condannato per bancarotta anche dal Tribunale di Bologna, un motivo ci sarà. Ci dispiace per il povero Gazzoni, ci corre comunque l' obbligo di dargli un consiglio: fa male a nascondere i propri errori addossandone la colpa a persone che nulla hanno a che vedere con le sue responsabilità. Dai tribunali passiamo al calcio giocato. Il Milan pareggia col Napoli (buon punto in chiave Champions), fra errori sotto porta da ambo le parti e l' atteso debutto di Piatek. A Gattuso l' ardua scelta se farlo giocare insieme a Cutrone (ma sarà difficile): comunque il polacco, almeno, ha lottato più di quel che faceva Higuain e si è fatto pericoloso tra le linee. La Juve sarà a Roma contro la Lazio per consolidare la vetta. I laziali non vorranno fare altri passi falsi dopo la sconfitta di Napoli, per non allontanarsi troppo dal quarto posto. Visto il cammino dei romani di Inzaghi, mai vincenti con le squadre di alta classifica e considerando l' ultima prestazione incolore, pensiamo che la Juve possa uscire dall' Olimpico quanto meno imbattuta, se non vincente. L' Inter a Torino si confronterà coi granata per dimenticare e far dimenticare ai propri tifosi la brutta prestazione casalinga con il Sassuolo. Anche se il terzo posto sembra acquisito, non esenta i nerazzurri dal dimostrare che quello di sabato è stato solo un incidente di percorso. Probabile un pareggio. La Roma è attesa a Bergamo da un' Atalanta in grande spolvero, con l' attacco migliore del campionato e uno Zapata abituato ormai a far gol a grappoli. Superati i cugini laziali e a ridosso del Milan, i giallorossi non possono permettersi passi falsi in ottica Champions. Noi comunque vediamo leggermente favoriti gli uomini di Gasperini. Ma suona l' allerta per tutti i pretendenti al quarto posto: occhio alla Sampdoria. di Luciano Moggi

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