Champions, Ronaldo asfalta l'Atletico: ne fa tre, rimonta e impresa. Juventus ai quarti
Se doveva andare così, cioè con una remuntada sontuosa da parte della Juventus e relativo affaccio sui quarti di Champions League, poteva essere solo lui, Cristiano Ronaldo, a confezionare questa impresa. I tre gol con i quali ha schiantato l'Atletico Madrid e rimesso le cose a posto per se stesso e per la sua squadra, raccontano del campione e dell'investimento multimilionario fatto in estate dalla società per arrivare dove non arriva da quasi trent'anni, ovvero in cima all'Europa. In una notte magica e memorabile sono evaporate d'incanto polemiche e perplessità, ma pure dubbi sul futuro prossimo e remoto, a cominciare dalla panchina di Massimiliano Allegri ingiù, fino all'ultimo della lista. Sono certe notti, queste notti, che servono per trasformare l'ordinario in straordinario. Con il senno di poi, magari molto sarebbe cambiato fin dall'inizio se l'arbitro olandese Kuipers, con l'ausilio del Var, non avesse annullato il gol di Chiellini dopo 3 minuti di una contesa aspra e disperatissima. Le immagini rallentate e amplificate con lo zoom hanno certificato un intervento irregolare di Ronaldo sul portiere Oblak a dispetto delle proteste e dei rimpianti. Quel gol avrebbe reso meno impervia la rimonta della Juventus che, va detto, ha cominciato la partita con un piglio aggressivo, quasi frenetico, e non ha mai smesso di martellare. Al punto che per un bel pezzo si è quasi giocato a una porta, quella dell'Atletico, costruito da Simeone a difesa del doppio vantaggio conquistato al Wanda Metropolitano. Non un atteggiamento rinunciatario, sia chiaro, ma peloso e fastidioso il giusto per mandare chiunque fuori di testa. Del resto, l'altra metà di Madrid è abituata a esprimersi così, arroccata su una retroguardia tostissima e lesta a ripartire in contropiede con Morata e Griezmann. Insomma, pane per i denti del Cholo. La forza della disperazione ha consentito alla Juventus di andare oltre se stessa e di confezionare sicuramente la migliore prestazione del 2019 per approccio, rabbia, cattiveria, voglia e chissà cos'altro. Anche perché, a differenza del campionato dove può permettersi di passeggiare e comunque vincere, in Europa la musica è diversa. La squadra di Allegri ha costruito le sue ambizioni sulla caparbietà di Chiellini, sulla solidità di Emre Can, sulla regia di Pjanic, sui guizzi di Bernardeschi e sulla classe immensa di Ronaldo. Non a caso, poco prima della mezz'ora, è stata una testata di CR7 a schiodare il risultato e a ridare la speranza ai depressi in bianco-e-nero. E, sempre non a caso, è stato ancora Cristiano con un'altra zuccata a riportare il match in equilibrio dopo 2 minuti della ripresa. In fondo, la società si è svenata proprio per questo e proprio da questo è stata ripagata. Forse sarebbe stato tutto più semplice, per la Juventus, se Manduzkic si fosse svegliato dal sonno profondo di cui è prigioniero da settimane: non è in palla e lo si è ri-visto. La lieta novella è stato Spinazzola sulla corsia mancina, la mossa a sorpresa della serata: il giorno che capirà di poter vivere pure senza un dribbling in meno diventerà determinante anche per la Nazionale. La sua sostituzione (con Dybala) a metà del secondo tempo ha gettato i bianconeri nel panico: nessuno capiva cosa avesse in testa Allegri, fino a quando Cancelo non ha traslocato a sinistra ed Emre Can si è inventato terzino destro. L'avvicendamento tra Mandzukic e il millenials Kean è stato un segno e un segnale, Kean che ha immediatamenmte sfiorato il gol del trionfo, Kean che ha gioito come un bambino di fronte alla trasformazione del rigore di CR7, rigore fischiato per un fallo su Bernardeschi. Ma già, lui bambino lo è ancora...