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Florenzi e Dzeko in gol. La Roma stende la Juve: la corsa Champions è viva

Davide Locano
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Tre punti che valgono oro e un sogno Champions ancora vivo. La Roma batte la Juventus 2-0 all'Olimpico dopo una gara sofferta e sfruttando nel finale i gol di Florenzi e Dzeko. I bianconeri non meritano la sconfitta, ma dopo un ottimo primo tempo (e un super Mirante) calano nel finale e vengono punti da una disattenzione. Ranieri invece vola a 62 punti appaiando il Milan, lontano solo un punto da quel quarto posto occupato dall'Inter di scena con il Chievo nel posticipo. Nelle formazioni iniziali Ranieri lancia il 4-3-3 con Zaniolo e Pellegrini mezzali e Kliuivert-El Shaarawy ad affiancare Dzeko, Allegri replica con un 4-3-3 camaleontico, dove in avanti Ronaldo può duettare con Dybala e Cuadrado, spesso largo in un 3-5-2 atipico. Nei primi minuti è la Juve a comandare il gioco, cercando di far viaggiare sulle corsie il frizzante Spinazzola. Nzonzi è molto vicino a Dybala, che galleggia al centro e Ronaldo pronto ad armare il destro a rientrare dalla sinistra. Dopo una sgroppata di Zaniolo, al 6' arriva un'occasione enorme per i bianconeri: Emre Can si invola verso Mirante e serve Cuadrado, che a pochi passi dalla porta si fa ipnotizzare dal portiere romanista. Tanti errori per la Roma in costruzione, con gi esterni Kluivert-El Shaarawy serviti troppo lontano dalle zone calde per far male. Poco dopo il quarto d'ora di gioco, è ancora Mirante a salvare i suoi con un super intervento a deviare in corner il piattone mancino di Dybala, servito da una grande azione di Ronaldo. L'Olimpico capisce il momento e incita i suoi; ecco allora che El Shaarawy lancia la carica con un bel break e serve Pellegrini sulla sinistra. La mezzala ex Sassuolo, da posizione decentrata, calcia forte e sorprende Szczesny, ma è la traversa a salvare i bianconeri. Bella gara in questa fase, con gli ospiti che tengono palla e e i giallorossi densi e pronti a ripartire in contropiede. E' ancora Pellegrini al 27' a spaventare la Juve, con il suo sinistro di contro balzo da fuori area che termina di poco a lato. Un giro di lancette dopo, però, arriva la terza grande occasione della Juve: Ronaldo tocca in area per Dybala che esplode il sinistro, con Mirante che d'istinto devia sul palo. Postilla tattica: In fase di possesso i bianconeri si schierano con un 3-5-2 dove Cuadrado e Spinazzola sono le ali e CR7-Dybala il tandem di punte. Proprio il portoghese prova a mettersi in proprio ma sbaglia mira, mentre il Faraone viene murato sul più bello da un grande Chiellini. Nella ripresa nessun cambio e subito Matuidi salva i suoi su un cross avvelenato di El Shaarawy. Al 9' doppia chance per il Faraone dopo un contropiede sprecato dalla Juve, ma la palla finisce alta sopra la traversa. I bianconeri provano a scuotersi con il palleggio di Ronaldo e Pjanic, ma è ancora la Roma con Kluivert a farsi vedere in area ospite. Poco prima del ventesimo di gioco Ronaldo fugge e batte Mirante, ma l'offside c'è (confermato dal Var) e la rete è annullata. La gara però si accende, con Mirante ancora bravissimo su un sinistro potente di Can. Ranieri sprona i suoi e questa volta è Szczesny a doversi impegnare su una bordata da fuori di El Shaarawy. Intanto si cambia in mediana: dentro Cristante e Bentancur, fuori Pellegrini e Pjanic (fischiatissimo dai suoi ex tifosi). Al 34' della ripresa, però, arriva il gol partita. Florenzi recupera in mediana dopo un disimpegno di Chiellini e serve Dzeko, che lancia il capitano giallorosso in area: tocco sotto su Szczesny e 1-0 Roma. Il risultato è ingiusto e Allegri prova a recuperare con Alex Sandro e Cancelo per dare velocità sulle fasce, ma il finale è costellato da errori e stanchezza. In pieno recupero la Roma chiude addirittura sul 2-0, con Dzeko che segna in pieno recupero servito nell'area piccola da Under, lanciato in contropiede. L'Olimpico sogna ancora il quarto posto, Allegri mastica amaro. La nuova maglia non porta bene e l'Olimpico giallorosso rimane un tabù: l'ultima vittoria risale al maggio 2014, gol di Osvaldo. Al'epoca c'era Conte: chissà se Nedved e Agnelli non ci abbiano ripensato. di Alessandro Banfo

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